Madre surrogata sì o no? Dall’Italia si solleva un coro di proteste – a quanto sembra – e la richiesta punta dritta all’Onu, a cui è stato richiesto di riconoscere che “l’utero in affitto è un reato universale”. In Italia la pratica è già considerata illegale, ma questo non scoraggia le famiglie e le coppie che desiderano avere un figlio e che non possono concepirlo in modo convenzionale. Si parte quindi verso l’esteo, verso quei Paesi in cui la pratica di maternità surrogata è ormai assodata da manciate di decenni. Questa sera, domenica 26 marzo 2017, Le Iene Show e Nadia Toffa approfondiranno la tematica incontrando diverse personalità di spicco. Giuliana Barbieri, psicoterapeuta e psicologa, risponderà su una delle domande più ricorrenti nelle menti degli italiani, ovvero su quali siano le conseguenze psicologiche per tutte le persone coinvolte. L’inviata incontrerà inoltre il dottor Guy Ringler e il dottor Bradford Kolb, resposanbili di due centri importanti e siti in California, specializzati in surrogazione.
Lesivo per i diritti delle donne, traffico di bambini, mercificazione della donna: questi sono gli epiteti più frequenti attribuiti alla maternità surrogata. Spesso, in realtà, al centro della contestazione c’è più che altro la possibilità che a ricorrere a questo tipo di pratica siano le coppie omosessuali o bisessuali, “colpevoli”, secondo l’opinione pubblica, di andare contro natura. Eppure sono tantissime le donne italiane che non possono vivere il piacere di una gravidanza a cause del tutto naturali. E’ giusto impedire questo sogno oppure si tratta di egoismo? Le opinioni si sprecano, ma cosa succede davvero nei Paesi in cui è legale ricorrere all’utero in affitto? In Russia, per esempio, si possono arrivare a pagare anche 3 mila dollari, mentre in Australia è consentito solo se in forma gratuita. Melissa Holman, ostetrica australiana e madre di due figli, è fra chi è grata ed ovviamente a favore della maternità surrogata. Come sottolinea l’Huffington Post, la donna ha scritto un post diventato virale con cui ha descritto la sua esperienza, che si potrebbe riasssumere con poche parole: “Forse non potrai cambiare il mondo, ma puoi dare il mondo a qualcuno e cambiargli la vita”.