Nel giorno in cui “i morti ritornano in vita”, i secondi e i movimenti della macchina da presa scorrono frenetici seguendo James Bond (interpretato da Daniel Craig) mentre tenta di sventare una serie di attentati che da Amburgo insanguinano la Tunisia e hanno il loro culmine in una bomba a Città Del Messico.
Avvinghiato da ombre oscure ed evanescenti che si trasformano in tentacoli mortali di una gigantesca piovra, il famoso agente 007, pioniere dell’ormai decadente programma di spionaggio inglese doppio zero, si muove, agile e saldo, nel suo sguardo di ghiaccio, in una danza di fuoco sospesa tra l’intrigante fascino femminile e una licenza di uccidere nel profondo impregnata di umanità.
Vita e morte, desiderio e dovere, coraggio e libertà si scontrano in precario equilibrio nel film intitolato 007 Spectre (regia di Sam Mendez), laddove un video-messaggio proveniente dal passato riporta alla sua mente una dolorosa e assopita questione esistenziale: può un assassino lottare per l’ultima parte di umanità rimasta? Essa lo salverà o lo condurrà a morte? Il cuore è condannato a tacere per sempre davanti al sangue? Con queste domande James si reca a Roma per portare a termine il suo ultimo incarico da agente operativo: l’omicidio del boss mafioso Marco Sciarra.
Nel pieno della sua missione però si accorge di essere stato anticipato da qualcuno: il soggetto è già morto ed è in corso il suo funerale. È lì che Bond incontra, per la prima volta, la vedova Lucia Sciarra (interpretata da Monica Bellucci) e viene a conoscenza di un mondo senza pietà chiamato “Spectre”, un’organizzazione terroristica che metterà seriamente in pericolo l’Inghilterra.
Nel frattempo, a Londra, il Centro di Sicurezza Nazionale viene fortemente messo in discussione da Max Denbigh o C, capo dell’MI5 (interpretato da Andrew Scott), allo scopo di sfidare pesantemente la rilevanza dell’MI6, guidata da un nuovo M (interpretato da Ralph Finnies). Bond, ormai coinvolto personalmente, incarica di nascosto Moneypenny (Naomie Harris) e l’amico Q (Ben Wishaw) di trovare Madeleine Swann (Lea Seydoux), la figlia del suo avversario per eccellenza Mr White (Jesper Christensen) che ha in suo possesso l’unico modo per distruggere la fitta rete di “Spectre”. L’agente 007, però, non sa che presto l’umanità e la crudeltà saranno lo specchio l’uno dell’altro nel freddo sorriso del capo dell’organizzazione (interpretato da Christoph Waltz), mentre l’indagine sul suo passato si tramuterà in un’inquietante verità.
La colonna sonora “Writing on the Wall” di Sam Smith, dunque, non funge solo da introduzione al film, ma permette allo spettatore di analizzare le molteplici sfumature caratteriali dei personaggi. La fusione imminente dell’MI5 con l’MI6 per la creazione di un sistema di sorveglianza globale contro gli agenti sul campo e la stessa capacità di penetrazione di “Spectre” accendono, infine, l’attenzione su un problema cruciale che affligge l’era contemporanea: quali informazioni è giusto condividere sul nostro profilo virtuale e quali invece è bene tenere per sé? In che modo le persone devono essere protette?
Nel bel mezzo di una dura lotta senza tempo né spazio questo film è bellissimo e merita di essere visto per un’energia esplosiva che, celata nell’ombra dell’enigma, ammalia lo spettatore, nell’attesa di un James Bond implacabile perché ormai certo della speranza come della realtà.