Il percorso di Michele Pirozzi è finora stato caratterizzato da innumerevoli alti e bassi. La sua esperienza potrebbe essergli di grande aiuto nella cucina della sesta edizione di Masterchef Italia, eppure, a volte, non è in grado di reggere la pressione e la fatica delle prove organizzate dai quattro giudici del seguitissimo cooking show. Alterna piatti elaborati a pasticci senza senso, beccandosi, molto spesso, rimproveri da parte di Bastianich, Cracco, Barbieri e Cannavacciuolo, che continuano comunque a credere nelle sue potenzialità. L’ultima puntata è stata, per Michele, piuttosto faticosa. Non ha eccelso né nella mistery box e né tanto meno all’invention test. Durante quest’ultimo, addirittura, si è beccato qualche critica dallo chef giapponese Masaharu Morimoto, ospite in studio e ideatore del piatto che i concorrenti hanno dovuto riprodurre: un complicatissimo tempura udon noodle soup, una zuppa dal sapore orientale a base di pesce, con contorno di gamberi in tempura. Michele non se l’è cavata proprio egregiamente, diciamocelo, così come la maggior parte dei suoi compagni. A brillare è stata solo ed esclusivamente Gloria, che ha vinto guadagnandosi la possibilità di saltare la prova in esterna e di tornare in cucina direttamente nella puntata di questa sera. Da Milano, gli aspiranti Masterchef d’Italia sono poi partiti alla volta del circolo reale dei canottieri di Savoia Real Yacht Club, dove hanno dovuto dividersi in due brigate e preparare il pranzo per cinquanta commensali, tutti atleti. Michele Pirozzi ha gareggiato in squadra con Giulia, capitano, col suo omonimo, con Roberto e con Gabriele. Il team ha subito dimostrato di avere qualche limite a livello organizzativo. Sebbene i suoi componenti fossero tutti molto rapidi e preparati, il menu elaborato non ha soddisfatto gli ospiti del circolo. Le tre pietanze servite, tutte a base di pasta, sono state giudicate poco saporite ed innovative, a differenza di quelle dei rossi che, invece, hanno stupito in termini di gusto e d’originalità. La squadra blu ha dunque perso su tutta la linea. Tuttavia, i giudici, hanno notato che in quella brigata qualcuno aveva lavorato con maggiore impegno, tanto da non meritare assolutamente di finire al pressure test: si tratta proprio di Michele Pirozzi, che è stato così salvato e rispedito a Milano senza dover affrontare la temibile prova sul catamarano che ha invece messo in seria difficoltà i suoi compagni di squadra.
Piace al pubblico e ai giudici perché è una persona molto umile, caratteristiche che, in una cucina così insidiosa, premia sempre. Accetta le critiche e ne fa tesoro per crescere, ama stare ai fornelli ed è benvoluto anche dagli altri cuochi amatoriali in gara. Dovrebbe, però, sbloccarsi e dimostrare maggiormente di che pasta è fatto. Ha un difetto: da buon meridionale è un grande amante della tradizione, ragion per cui, molto spesso, fatica a stare al passo con i tempi e non è in grado di elaborare piatti troppo innovativi. Ha dato prova, in ogni caso, di essere molto ingegnoso. Basterebbe, perciò, un pizzico d’impegno in più per stupire i giudici con le sue creazioni oltre che con la sua tanto apprezzata umiltà.
Dopo essere stato salvato dal pressure test, è assai probabile che Michele Pirozzi torni in cucina con un ritrovato entusiasmo. Dopo un’iniezione di fiducia così importante, nella puntata di questa sera potrebbe tirar fuori tutte le sue capacità e affilare, finalmente, le armi. Se così fosse siamo certi che potrebbe dare davvero del filo da torcere agli altri competitor, sfatando un mito e dimostrando, finalmente, che non sempre l’innovazione vince sulla tradizione.