Nicola Pietrangeli, il tennista più forte di sempre, questa sera sarà ospite di Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa’ insieme ad Adriano Panatta. Il campione che ha ispirato proprio quest’ultimo e che ha guidato da capitano l’unica Coppa Davis conquistata dall’Italia nel 1976 quarant’anni fa. In un’intervista ai microfoni de ‘La Gazzetta dello Sport’ aveva svelato quali erano i suoi idoli, partendo dal padre, Giulio Pietrangeli, che era un tennista amatoriale: “Quando ho cominciato a giocare davvero, sono rimasto molto impressionato da Rosewall e Hoad, due campionissimi per me”. Il suo rovescio viene considerato uno dei più belli e completi della storia del tennis, paragonato a Tony Trabert: “Mi piaceva da matti il suo rovescio, quindi ho cercato di assimilarne i movimenti e la tecnica, ma con risultati rivedibili” continua a raccontare Nicola Pietrangeli, che questa sera ricorderà con nostalgia insieme a Panetti uno dei momenti più belli della storia italiana di tennis.
Una stella del tennis nostrano, una figura di spicco del tennis mondiale. Nicola Pietrangeli torna in televisione, ospite del talk show di Fabio Fazio in onda su Rai Tre, ovvero Che tempo che fa. Lo storico tennista azzurro sarà ospite insieme ad un altro monumento di questo sport, ovvero Adriano Panatta. I due parleranno molto probabilmente della nuova generazione di tennisti e dell’ impresa italiana in Coppa Davis nel match contro l’Argentina. I due inoltre parleranno delle loro carriere e del loro binomio: ricordiamo infatti che lo stesso Panatta batté a sorpresa Pietrangeli ai campionati italiani di Bologna, vivendo sempre un paragone costante da parte dell’ opinione pubblica e degli addetti ai lavori. Una vera e propria sfida nella sfida, da ripercorrere all’interno degli studi Rai e per ridare valore ad uno sport che da troppi anni ha perso il suo fascino nel nostro paese.
Si parlerà sicuramente della turbolenta trasferta in Cile, con Panatta e il suo compagno che indossarono una maglia rossa per criticare il regime dittatoriale di Augusto Pinochet. Un vero e gesto di sfida che portò a giocare una finale davvero tesa, ma che alla fine vide trionfare l’Italia. Proprio nell’ultimo periodo Pietrangeli è tornato sulla vicenda, spiegando come era difficile giocarsi il tutto per tutto in un momento di tensione vero e proprio. Pietrangeli è intervenuto presso il club Parioli di Roma per presentare i due libri su quella finale: stiamo parlando di 1976, Storia di un trionfo (Ultra), scritto a quattro mani da Alessandro Nizegorodcew e Lucio Biancatelli, e Coppa Davis 1976, Una storia italiana. Due capolavori che ovviamente sottolineano una finale ad alta tensione. Da diverso tempo Pietrangeli non rilascia interviste: nell’ultima, datata ormai un anno, raccontò alla Gazzetta dello sport la sua vita, spiegando come i suoi veri idoli fossero il padre e Ganni Rivera. Un uomo eclettico e di sport che ha segnato una generazione grazie anche alla sua ironia e alla sua voglia di fare.
Inizia a praticare tennis giovanissimo, facendo registrare numeri impressionati. Ancora ad oggi i suoi risultati restano i migliori per un tennista azzurro: a Wimbledon ha raggiunto le semifinali nel 1960, mentre ha vinto il Roland Garros sia nel 1959 che nel 1960. Quattro finali perse tra Roma e Parigi, con Orlando Sirola formò la coppia più vincente nel tennis italiano. Sono ben 41 le vittorie ottenute nei tornei maggiori, l’ultima nel torneo internazionale del Libano, nel 1970. Ha perso ben venti finali, l’ultima nel 1969 al Torneo di Ortisei, quando venne sconfitto dal romeno ion Tiriac. Nel 1961 ha inoltre ricevuto il titolo di commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, mentre nel 1964 ha ricevuto la Medaglia d’oro al valore atletico. Uno sportivo a tutto tondo che ha segnato definitivamente la storia del tennis italiano