Nuovo caso stile Terra dei Fuochi? Sembrerebbe di sì. La rabbia è incontenibile ad Africo in Calabria, dove la gente ammalata di tumore cresce di giorno in giorno. Giulio Golia si è recato nel piccolo comune in provincia di Reggio Calabria per dialogare con gli abitanti del posto e capire cosa stia succedendo. Le testimoninanze fanno rabbrividire: un cittadino ha raccontato di aver perso la sorella malata di cancro in pochissimo tempo, un altro ancora ha visto la sua famiglia dimezzarsi nel corso dell’ultimo decennio a causa di tumori. Un dato molto allarmante, confermato anche da un’inchiesta non ufficiale effettuata da un cittadino che ha registrato una crescita del 30% di mortalità per tumore. Grazie alle Iene, l’Agenzia Regionale Per La Protezione Dell’Ambiente ha deciso di avviare un’indagine epidemiologica-ambientale nel territorio del comune, ma il risultato non è ancora stato elaborato. Le sensazioni, però, non sono affatto buone: si teme che Africo possa ben presto diventare a tutti gli effetti un’altra terra dei Fuochi. Il morale dei calabresi è sotto i tacchi. Lo si percepisce soprattutto dai commenti sulla pagina facebook delle Iene. Come quello di Luana, ad esempio: “Un servizio che mi ha fatto rividere momenti brutti. Mi auguro che questa terra possa ritrovare prima o poi la luce. Lo spero perlomeno”.
Giulio Golia si reca in Calabria ad Africo per una nuova inchiesta per Le Iene Show. Un servizio che ricorda tanto quello sulla terra dei fuochi, per quanto riguarda l’incidenza di tumori tra i cittadini. “Stiamo morendo tutti – racconta un’anziana signora – Io mi sono operata solo sei anni fa”. Ad Africo la situazione è inquietante, stando alle testimonianze delle persone. “Ho perso una decina di familiari per via dei tumori. In quattordici anni ci siamo dimezzati” riferisce un signore di mezza età. Nel corso degli anni i casi di cittadini ammalati di cancro sono aumentati a dismisura. Secondo un registro tumori non ufficiale, elaborato da un cittadino, il tasso di mortalità sarebbe aumentato addirittura del trenta per cento. Gli abitanti di Africo sono stati decimati e tra la gente prevale la paura. Si teme che dietro a tutto questo ci sia lo zampino della ’ndrangheta, come confermerebbero alcune intercettazioni tra boss. Altra vicenda oscura destinata a far discutere…
Africo, il piccolo comune in provincia di Reggio Calabria, ritorna al centro dell’attenzione mediatica dopo alcuni anni di silenzio. Risale infatti al 2013 la prima inchiesta giornalistica sul paesino, dove si sospettava che l’ndrangheta avesse sepolto quintali di rifiuti tossici. La prova, a quel tempo, era l’elevata insorgenza di tumori che aveva portato a 200 morti in soli 15 anni. Un numero elevato se si considera che all’epoca Africo poteva contare su appena 3.100 abitanti in totale. Una strada in particolare ha inoltre conquistato il titolo di “strada dei condannati a morte”, per via dei decessi avvenuti fra i residenti: 33 morti su 50 in 3 anni. Ma c’è molto di più: il sospetto che in quella zona sia presente del materiale radioattivo nel sottosuolo proviene proprio dai principali boss mafiosi della zona. L’elevato numero di decessi aveva spinto in seguito il sindaco Domenico Versaci ad interrogare l’Arpacal perché facesse delle analisi su terreno, piante ed acqua. Se ne parlerà questa sera, domenica 6 novembre 2016, all’interno della puntata de Le Iene Show che approfondirà il caso. I dati, nello specifico, hanno prodotto dei risultati che sono stati secretati, come previsto dal progetto di Monitoraggio e Individuazione delle Aree Potenzialmente Inquinate, promosso dall’Arpacal in collaborazione con il Minitero dell’Interno. A mettere la pulce nell’orecchio dell’inviato Giulio Golia, è stata inoltre la denuncia di un cittadino di Africo, che ha raccolto una statistica ufficiosa sui decessi avvenuti nel suo paese. Il risultato è che il 30% della popolazione è morta di tumore o ha un familiare deceduto per il grande male.