A Che tempo che fa torna ospite stasera Flavio Caroli. Considerato uno tra i più importanti esperti d’arte ancora in vita che il nostro paese può vantare. Nato nel 1945, il suo percorso formativo si è sviluppato attraverso il liceo classico, alla fine del quale la scelta riguardo all’università lo ha portato prima a Bologna e quindi a prendere la laurea in lettere moderne. Sempre dove è sorta la prima università della storia ha ottenuto a 27 anni il dottorato in storia dell’arte e quindi è cominciata la sua carriera nell’ambito del mondo universitario.
Da ventidue anni il Politecnico è una delle sue case, in considerazione che è da così tanto tempo che ha una cattedra di storia dell’arte moderna come professore ordinario presso la facoltà di architettura. Questa, dal punto di vista universitario, risulta essere la sua ultima tappa dopo un triennio a Salerno e un anno a Firenze, sempre nello stesso ruolo. Il suo nome è legato a diversi studi e saggi che hanno avuto al centro l’analisi dell’arte occidentale nella sua evoluzione e rapporto con le altre arti, specie di tipo figurativo. Su questi e altri importanti temi di ricerca ha dato vita non solo a numerosi scritti, ma anche a molte mostre e iniziative pubbliche.
C’è da dire che il suo nome non è legato solo ed esclusivamente a quello che è il suo ambito principale, ovvero quello dell’insegnamento universitario. Basti pensare che ha preso parte ai gruppi di lavoro che hanno curato diverse importanti rassegne artistiche nel corso di questi anni e che fa parte di un organismo importante come la Commissione Internazionale della Biennale di Venezia.
La sua capacità di analisi e il suo elevatissimo livello culturale ne hanno fatto uno dei più ricercati collaboratori per quel che riguarda le pagine della cultura di giornali di primo piano come il Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore. La collaborazione con queste due testate è stata lunghissima, se si pensa che la prima è andata avanti per dieci anni (1972-1982) e la seconda ancora più a lungo, essendosi aperta subito dopo la chiusura di quella con il maggior quotidiano economico italiano e chiusasi quattordici anni dopo.