La lista dei concorrenti della sesta edizione di MasterChef 6 è stata ormai decisa e, tra questi c’è anche Michele. Si tratta di uno dei più giovai a prendere parte allo show, essendo nato nel 1994. E’ di Mantova e vive a Porto Mantovano, dove frequenta il liceo artistico. Ammette però di non avere un gran rapporto con la scuola, dal momento che è stato bocciato ormai ben quattro volte. Restando con i piedi per terra, sogna di chiudere il capitolo liceo una volta per tutte e iscriversi all’università, così da poter perseguire il suo altro sogno, il design.
E’ giovane e adora sperimentare. Ha provato differenti tipi di cucine e quella che predilige è attualmente la asiatica. Non è propriamente un tipo di ragazzo umile. Lo rende chiaro quando sottolinea che il sushi che è in grado di preparare batte di certo quello di molti ristoranti che ha provato. Inoltre, dati i suoi 22 anni, guarda alla cucina anche come arma di seduzione nei confronti del gentil sesso. Sotto quest’aspetto, dice, il sushi è un’arma vincente. Dice d’amare la cucina da quand’era piccolo. Al tempo infatti utilizzava una sedia per potersi avvicinare il più possibile ai fornelli, osservando sua mamma darsi da fare. Le prime sperimentazioni invece sono giunte intorno agli 11 anni.
Le varie prove cui Cracco, Cannavacciuolo, Barbieri e Bastianich lo sottoporranno, così come tutti gli altri, gli serviranno anche per migliorare la propria personalità. Ammette di non dare il massimo sotto pressione, dal momento che tende ad agitarsi alquanto facilmente. Sogna però di diventare uno chef, aprendo un ristorante gourmet tutto suo. Per farlo, facendo assaggiare al pubblico i suoi piatti moderni, mescolati a sapori passati, dovrà superare i propri blocchi interiori e darsi da fare fin da subito in studio. In cucina non rinuncerebbe mai al sale e, almeno al momento, il suo piatto forte è il sushi. In studio si ritrova dinanzi a uno dei suoi idoli, Cracco, che lo ispira anche come persona. Proprio come lui infatti viene da un piccolo paesino e, con le sue forze, è riuscito a farcela a Milano. Guardando alla gara, sa bene che dovrà migliorare molti aspetti del suo stile, ma soprattutto limitare la sua voglia di rendere perfetta l’estetica di un piatto. Corre infatti il rischio di perdere fin troppo tempo, elemento cruciale nei vari step della gara.