Inizio rock, seppur rallentato, una classica ballata nel suo stile. Poi la temperatura si alza. Finalmente un po’ di ritmo dopo una serie di canzoni fin troppo melense. Simil reggae, cambi di ritmo efficaci, ritornello penetrante, forse non delle sue migliori, buon arrangiamento orchestrale. Il testo scivola via: da risentire. Grande voce, grinta da chi ha passato una vita sui palcoscenici, Enrico Ruggeri si ricollega idealmente al suo passato, anche se il brano nel ritornello ricorda certe canzoni di Davide Van De Sfroos, con quel ritmo popolaresco. Il che non vuol dire che sia un brutto brano, sa però di già sentito. Il complicato arrangiamento musicale la dice lunga delle capacità dell’artista, una giostra quasi psichedelica di suoni e colori. In sostanza un buon brano anche se non particolarmente originale.
Una storia lunghissima con Sanremo cominciata quando era il cantante dei Decibel, nel 1980 con la famosa Contessa. Come cantante solista ci tornerà altre sette volte, più quella in trio con Umberto Tozzi e Gianni Morandi nel 1987 che valse loro la vittoria. Il brano era l’indimenticabile Si può dare di più. Poi nel 1993 la vittoria anche come solista con il brano Mistero. Insomma un “eroe” di Sanremo. Ed eccolo di nuovo qui dopo sei anni con il brano Il primo amore non si scorda mai, un titolo ironicamente super abusato. Che cosa ci riserverà stasera? Una delle sue classiche ballate autunnali o uno dei suoi altrettanto tipici rock scatenati? Lo vedremo fra poco, intanto in questi gironi Ruggeri ci ha fatto compagnia con simpatici clippini postati su facebook, viaggio a Sanremo sotto la pioggia compreso.
Non ha bisogno di auguri Enrico Ruggeri, stasera sul palco del Festival di Sanremo 2016: a dirlo su Twitter è Rita Pavone che scrive: “@enricoruggeri Non hai bisogno di auguri. Chi e’ bravo come te gli auguri se li porta addosso.Ti giunga invece il mio abbraccio. Fortissimo”. E il cantante subito ritwitta ringraziando: “Grazie amica mia!” (clicca qui per vedere il tweet). Enrico Ruggeri è uno dei veterani della kermesse canora: ha partecipato infatti a 10 Festival di Sanremo. Ieri durante la trasmissione La vita in diretta, condotta da Marco Liorni e Cristina Parodi su Rai 1, ha presentato la sua canzone “Il primo amore non si scorda mai”: “A Sanremo avviene in una settimana quello che in una promozione mormale avviene in 4 mesi. Avevo bisogno di guadagnare 4 mesi di vita quindi sono qui in un posto a cui devo molto. Quelli che stanno qua in questa settimana si illudono di essere al centro del mondo. Canto una canzone che mi rappresenta” (clicca qui per vedere il video, dal minuto ’36)
Tra i cantanti in gara della sessantaseiesima edizione del Festival di Sanremo, la kermesse della canzone italiana celebre in tutto il mondo, spunta il nome di Enrico Ruggeri, poliedrico artista e musicista erudito, che partecipa con l’inedito “Il primo amore non si scorda mai”. La carriera artistica di Enrico Ruggeri, milanese classe 1957, si perde negli anni, infatti inizia i primi passi nella musica da giovanissimo, a 15 anni, formando il gruppo “Josafat” che si evolverà poi con i nomi di “Champagne Molotov” e “Decibel”: i riferimenti di questi primi anni adolescenziali sono molto underground, Ruggeri è considerato uno dei primi esponenti del punk italiano assieme a Jo Squillo e alla band “Kandeggina Gang” e a molti altri. Il primo considerevole successo avviene proprio sul palco sanremese, quando Ruggeri con i Decibel porta la celebre “Contessa”, che ebbe un forte richiamo nel panorama musicale di quegli anni per il gusto innovativo e le contaminazioni elettroniche. Inizia anche un periodo proficuo per il Ruggeri autore, egli infatti firma due pezzi cult della cantante Diana Est, “Tenax” e “Le Louvre”, che sono tutt’ora delle hit della cultura italo disco e del mondo della discoteca vintage. Scrive anche per Den Harrow e altri esponenti dance come Jack Hattle e Joe Yellow.
Nel 1983 pubblica l’album “Polvere” che lo consacra tra i più originali esponenti della musica rock italiana. continua inoltre la sua collaborazione come autore per le grandi interpreti come Anna Oxa, Fiordaliso e Loredana Bertè, con il brano “Il mare d’inverno” e Fiorella Mannoia, firmando per lei il capolavoro “Quello che le donne non dicono”, altro successo sanremese del 1987. Sempre in quell’anno vince la kermesse in trio con Giovanni Morandi e Umberto Tozzi con il brano “Si può dare di più”. Fino ad oggi, il suo stile è in continua evoluzione, dal rock più graffiante ai pezzi più introspettivi e impegnati come “Primavera a Sarajevo” e “Nessuno tocchi Caino” con cui si presenta all’Ariston assieme all’autrice, maestra d’orchestra, compositrice e compagna nella vita Andrea Mirò.