Uscirà, oggi, giovedì 22 dicembre, in tutte le sale, il nuovo film di Jim Jarmusch. Il regista statunitense torna al cinema con “Paterson“, un’opera dal sapore poetico: presentata nella “Selezione Ufficiale” dello scorso Festival di Cannes, la pellicola ruota attorno alla figura dell’omonimo protagonista e alla vita che conduce nella stessa Paterson, in New Jersey. Il tredicesimo lavoro nella filmografia di Jim Jarmusch è una sorta di dramma esistenzialista che indaga il mondo della poesia attraverso il personaggio di Paterson (impersonato da Adam Driver, uno degli astri nascenti di Hollywood): una rappresentazione cruda e realista del mondo che lo circonda, ma con slanci di lirismo tipici dello stile del 63enne regista. Oltre a Driver, nel cast figurano anche l’attrice iraniana Golshifteh Farahani (nei panni della moglie Laura), Barry Shabaka Henley (“Doc”, il gestore del bar) e Masatoshi Nagase (un misterioso uomo giapponese).
Il film segue, nell’arco di una settimana (dal lunedì alla domenica), la vita di Paterson, autista di autobus che risiede nell’omonima cittadina del New Jersey: nonostante un’esistenza ordinaria e un “ménage” domestico tranquillo, Paterson approfitta degli incontri che fa sul posto di lavoro per dedicarsi, alla sera, alla scrittura di poesie, ispirandosi al suo autore preferito, William Carlos Williams. Ogni giorno, infatti, Paterson fa i conti con dei riti che si ripetono sempre uguali e all’interno dei quali trovano posto solamente le interazioni con la consorte Laura e soprattutto con Marvin, il bulldog per il quale ha una passione esagerata. L’unico confidente di Paterson è il loquace “Doc”, gestore del bar dove trascorre le serate a osservare gli avventori, prendendo appunti nel suo blocchetto. Nel corso della settimana, emerge pian piano come l’unica che apprezzi le sue poesie sia proprio Laura: questa, da tempo, cerca di spronarlo a proporne la pubblicazione a un editore, o quantomeno a farne una copia per non perderle. Tuttavia, proprio quando Paterson si decide, accade un imprevisto: Marvin, in sua assenza, strappa e mastica gran parte del blocchetto. Il giorno seguente, demoralizzato, l’aspirante poeta decide di fare una passeggiata nei pressi delle cascate del fiume Passaic: qui un uomo di origine giapponese si siede accanto a lui, parlandogli a lungo di poesia. Al termine della chiacchierata, il misterioso individuo va via e gli lascia un quaderno per gli appunti: tornato a casa, Paterson comincia a scrivere un nuovo componimento e sembra avviarsi a una nuova fase della sua vita.
Fedele allo stile “indie” dei suoi precedenti lavori, Jarmusch ha raccontato che “Paterson”, di cui è anche autore del soggetto e sceneggiatore, nasce come un film di osservazione che indaga sulle piccole variazioni della vita e celebra anche il mondo della poesia. “Ho scelto volontariamente di portare in scena una storia in cui non accade molto” ha raccontato alla stampa, spiegando che la trama è priva di conflitti e veri punti di svolta. Tutto ruota attorno alla volontà di un uomo, Paterson, di essere poeta oltre che autista e, a tal proposito, la scelta della musica è stata fondamentale: per la prima volta Jarmusch ha fatto ricorso infatti a dei brani elettronici con echi “ambient”, tutti scritti da lui assieme al compositore Jozef van Wissem.