L’AMORE PER L’ITALIA
La band irlandese si sta esibendo proprio in queste ore a Roma, allo stadio Olimpico, ma non tutti sanno che Bono Vox, leader degli U2, ha un legame molto speciale con l’Italia. “Fin dall’infanzia, ho sempre immaginato che il canto fosse nato in Italia… A Dublino sono cresciuto ascoltando la collezione di dischi di mio padre: La traviata, Tosca, Il barbiere di Siviglia. Il rock and roll era la mia ossessione, ma ero attratto da un rock and roll «operistico» – ha confessato Bono in un’intervista a LaStampa.it, dove ha ancora spiegato – “Ero innamorato dell’Italia ancor prima di conoscerne l’esistenza. L’ho capito al nostro arrivo in questo Paese.Il nostro modo di fare musica soul veniva capito subito. Non aveva bisogno di spiegazioni, come invece accadeva in Nord Europa”. (Agg. Anna Montesano)
LE CURIOSITA’ SULLA VOCE DEGLI U2
Bono Vox è uno dei cantanti più amati al mondo. Oltre che per la voce, il leader degli U2 è apprezzato anche per il suo impegno umanitario. Della sua carriera e dalla parte pubblica di Bono Vox si conosce praticamente tutto ma ci sono alcune curiosità che solo i veri fans conoscono. Un esempio? Nel 1974, Bono stava festeggiando con la famiglia il cinquantesimo anniversario di nozze dei genitori durante il quale, purtroppo, il nonno morì. Bono, inoltre, era molto legato al cantante degli INXS, Michael Hutchence a cui dedicò la canzone Stuck in a moment You Can’t Get Out Of, contenuta nell’album All That You Can’t Leave Behind. I suoi artisti preferiti sono Beatles, Bob Marley, Clash, Patti Smith, Marvin Gaye e Ramones. Infine, la sua fede cattolica ha inciso anche nella crescita musicale di Bono (aggiornamento di Stella Dibenedetto).
IL SUO MESSAGGIO CONTRO IL RAZZISMO E L’ODIO
Questa sera allo stadio Olimpico di Roma il celebre cantante Bono Vox con a seguito i mitici U2 sono protagonisti di un concerto evento al quale assisterà una folla oceanica giunta praticamente da ogni parte d’Italia. Tanta attesa, dunque, per rivedere all’opera il frontman degli U2 che nonostante abbia recentemente festeggiato i 57 anni di età è apparso in splendida forma. Tra l’altro Bono è un personaggio molto amato per le proprie prese di posizione in ambito sociale come dimostra la sua presenza ieri alla festa del 14 luglio francese nel corso della quale sono state ricordate le vittime del terrorismo nell’attacco di Nizza. Lo stesso Bono il giorno dopo l’attentato di Manchester al concerto di Ariana Grande si è fatto subito sentire rimarcando il proprio sentimento contro il razzismo: “Questa gente odia la musica, odia le donne e persino i bambini. Odiano tutto ciò che noi amiamo, e il peggio dell’umanità è andato in scena a Manchester proprio ieri notte. Ma Manchester ha un spirito indomabile. Ve lo posso assicurare”.
BONO VOX E L’ANNUNCIO CHE LO PORTÒ AGLI U2
Bono Vox è probabilmente una delle rockstar più amate, conosciute e apprezzate al mondo. Il leader degli U2, dopo quarantuno anni di militanza nella band nata nel 1976 in un sobborgo di Dublino, nella cucina del batterista Larry Mullen jr., si esibirà di nuovo di fronte ai fans italiani sabato 15 e domenica 16 luglio 2017, nelle due date romane del tour che celebra i trent’anni dall’uscita di un album che oltre a fare la storia del rock, ha fatto assurgere gli U2 al ruolo di star planetarie: The Joshua Tree.
Bono Vox, al secolo Paul Hewson, rispose all’annuncio piazzato sulla bacheca della Mount Temple School di Dublino da Larry Mullen jr. come un ragazzo problematico, peraltro senza saper suonare nello specifico alcuno strumento. Il cattivo carattere di Bono all’epoca, ribelle e a tratti indomabile, era probabilmente legato alla perdita prematura della madre Iris, evento dal quale resterà profondamente segnato e che sarà legato alla nascita di molte canzoni degli U2. Rispondendo all’annuncio, Bono che all’epoca era ancora semplicemente Paul, si presentò come chitarrista, ma sapeva a malapena strimpellare qualche nota: roba da campeggio, venne definita dal resto del gruppo, mentre i fratelli Evans erano tecnicamente molto più avanti. In compenso Bono era dotato di una voce calda e graffiante che lo rese automaticamente cantante del gruppo.
IL NOME BONO E LE SUE “MISSIONI”
Il nome di ‘Bono’ non venne scelto direttamente dalla band o dal cantante, ma da Gavin Friday dei Virgin Prunes, che prese spunto da un negozio di apparecchi acustici di Dublino. Paul Hewson inizialmente non fu particolarmente entusiasta di diventare Bono Vox, ma quando scoprì che la traduzione latina del nome era ‘Bella voce’, si persuase a tenerlo, utilizzando poi a partire dagli anni ottanta solo l’appellativo di Bono, anche se il termine Vox gli rimase per tutta la carriera appiccicato addosso come una sorta di ‘cognome d’arte’. Col passare degli anni la stella di Bono Vox ha brillato anche slegata al progetto degli U2, soprattutto in relazione ai moltissimi progetti umanitari che il cantante irlandese ha portato avanti per aiutare le popolazioni africane schiacciate dal debito. I fans della prima ora a Roma potranno godersi un concerto vecchia maniera, celebrando l’album The Joshua Tree sabato 15 e domenica 16 luglio.
LA VITA PRIVATA E LA MOGLIE ALISON STEWART
Quello con gli U2 non è stato comunque l’unico legame duraturo della vita di Bono Vox, che alla stregua di Larry Mullen jr. resta legato alla compagna di vita di sempre, Alison Stewart, conosciuta nel 1982 e successivamente sposata, con la quale ha avuto quattro figli: Jordna, Memphis Eve, Elijah Bob Patricus Guggi Q, ovviamente conosciuto semplicemente come Elijah, e John Abrahm, nati tutti tra il 1989 e il 2001. Con Alison Stewart non sono mancati alti e bassi ma la coppia è rimasta sempre profondamente legata reggendo gli urti della popolarità di Bono che per decenni è stato una delle rockstar più in vista del pianeta. E che comunque ha dedicato diverse canzoni alla moglie, il particolare l’inedito ‘The Sweetest Thing’, legata a un avvenimento tenero e piuttosto curioso: Bono l’ha composta e incisa per scusarsi con Alison perché in un’occasione si era dimenticato del suo compleanno.