Luca Marini, noto nel mondo delle moto come il “Maro”, è uno dei piloti della Moto 2 per lo Sky Racing Team VR46, la squadra di puntata dell’Academy creata da Valentino Rossi. La collaborazione con il Dottore non è dettata solo da ragioni professionali: Luca Marini è infatti il fratello minore di Valentino, figlio di mamma Stefania. Intervistato dalla rivista Vanity Fair, Luca spiega come non ci sia questa parentela nel suo amore per la moto nato solo quando aveva solo quattro anni e definitivamente sbocciato non appena è diventato maggiorenne: “Avevo 4 anni e con i miei genitori mi trovavo spesso a passare vicino alla pista di minimoto di Cattolica. Ho chiesto loro di poter provare, mi sembrava divertente. E mi è piaciuto moltissimo da subito, è diventato il mio gioco preferito”. All’epoca lui non si rendeva conto davvero chi fosse Valentino, tanto che il rapporto con lui non era semplice a causa di quello che era specie di timore nei suoi confronti. Poi però qualcosa è cambiato…
IL RAPPORTO CON VALENTINO ROSSI
Nell’intervista rilasciata a Vanity Fair, Luca Marini spiega come il rapporto con Valentino sia cambiato negli ultimi tre anni, tanto che hanno cominciato ad uscire insieme, diventando anche amici oltre che fratelli. “Da tre anni a questa parte c’è stato un grande avvicinamento nel nostro rapporto, siamo diventato oltre che fratelli, amici. Abbiamo cominciato a uscire insieme, a mandarci messaggi anche di giorno, a chiederci consigli. La grande fortuna è che lui è rimasto sempre giovane dentro e non si tira mai indietro di fronte a niente”. Per quanto riguarda la collaborazione all’Academy, il “Maro” non prova affatto invidia nei confronti degli altri piloti, per i quali il Dottore mostra comprensione e interesse. Lui è consapevole di essere prima di tutto suo fratello, oltre che un maestro di vita. Il futuro si preannuncia estremamente radioso anche per Luca, ma mamma Stefania ancora fatica ad accettare di avere un altro figlio in pista: “Penso che da un lato fosse molto contenta, ma dall’altro piuttosto preoccupata: avere un figlio che corre è ok, ma due…”