Bruno Barbieri è uno dei giudici storici del programma culinario per eccellenza, quel Masterchef che ad ogni edizione cresce in popolarità e in ascolti. Lo chef più amato/odiato d’Italia, però non ha avuto una vita facile, anzi. Quella dello chef, come molti sanno bene, è una vita durissima da affrontare: si rimane chiusi in cucina per giornate intere, si fatica tanto, si suda e si cerca l’eccellenza all’interno del proprio lavoro. E’ lo stesso Bruno Barbieri che ha raccontato i suoi esordi alla famosa rivista Vanity Fair: “La vita dello chef è durissima e solo chi la vive può capire. Io per cinquant’anni non ho pensato altro che alla cucina, ai ristoranti, alle pentole e ai clienti. Poi ho compreso che c’era tutto un mondo oltre alla cucina e che esistevano tante altre cose. E così ho fatto, mi sono interessato a tante cose belle come la moda, le motociclette, lo stile. Mi sono talmente tanto gettato in queste novità che adesso non so più se definirmi uno chef oppure uno stilista.” La grande popolarità di Masterchef, insomma, gli ha radicalmente cambiato la vita; in meglio, questo è chiaro.
LA FIGURA PATERNA
Bruno Barbieri è un tipo autoritario, duro, severo. O almeno così sembra all’interno del variegato mondo della cucina. Al di fuori, però, è lo stesso Barbieri a raccontarci alcuni lati più teneri della sua persona e della sua particolare biografia. Come molti uomini, anche per Barbieri il rapporto con il padre è stato difficoltoso e ne ha raccontato i bruutti effetti sempre a Vanity Fair: “Io e mio padre abbiamo sempre avuto un rapporto tremendamente complicato. Quando ero piccolo ce l’avevo a morte con lui perché se n’era andato a lavorare in Spagna abbandonando me e mia madre. Di rimando, lui ce l’aveva con me perché non desiderava che io facessi lo chef. Per questo eravamo sempre in lite. Negli ultimi anni però ci siamo ritrovati e credo proprio che lui fosse diventato orgoglioso di me per tutto quello che sono riuscito a costruire nella mia carriera. Riconosceva in me la sua stessa grinta e la sua stessa determinazione. Purtroppo, però, è venuto a mancare quest’anno con mio grande dispiacere.” E’ proprio vero: anche i duri hanno un cuore e la sua personalissima storia lo dimostra.