Protagonista amatissima dei giochi paralimpici nella categoria fioretto, Bebe Vio questa sera scenderà in campo come madrina della 27 esima edizione della Partita del Cuore, dove sarà protagonista assieme ad altri ospiti illustri del mondo del cinema, dello spettacolo e dello sport. Dal prossimo 14 giugno, inoltre, la star del fioretto racconterà la VIII edizione dei “Giochi senza barriere” e, in vista della sua nuova avventura, ha rivelato al Messaggero il concetto che si cela dietro al suo Oro Olimpico, che è quello di “dimostrare che si può fare tutto, mentre è pieno di gente che si lamenta per le cavolate”. Secondo Bebe Vio, infatti “la gente si stupisce sempre di vedere persone super felici che non si chiedono mai se possono farlo, ma vanno lì e lo fanno. Cose che magari i personaggi famosi non sanno fare”. Protagonista di una storia di forza, di coraggio e riscatto, la campionessa paralimpica ha recentemente scritto un libro dal titolo “Se sembra impossibile tutto si può fare”, dove ripercorre il suo calvario trasmettendo ai lettori l’energia che da sempre la contraddistingue.
I PROGETTI PER IL FUTURO
Ospiti, divertimento e competizione per la 27 esima edizione della Partita del Cuore, dove Bebe Vio si calerà nei panni della madrina per supportare e dare spazio ai progetti di beneficenza a sostegno dell’Airc e dell’ospedale pediatrico Gaslini. In una recente intervista concessa al Messaggero, Bebe Vio ha ripercorso parte del suo calvario, rivelando inoltre che la cosa che attualmente le causa una profonda sofferenza è il fatto che alcune persone continuino a considerare i disabili come dei “poverini”: “Non lo sono per niente – ha tuonato infatti la campionessa paralimpica – solo ci mettono un po’ di più a fare certe cose”. Come bere il caffè “in modo elegante” con le protesi nuove: “Mi ci è voluto un quarto d’ora ad imparare a farlo”. In una recente intervista concessa a Grazia, invece, Bebe Vio ha svelato il suo sogno nel cassetto, la speranza di poter un giorno “fare il lavoro di Giovanni Malagò, anzi qualcosa di più. Cioè non solo il presidente del Coni, ma anche del Cip, il Comitato italiano paralimpico”.