LA POLITICA PER GIGI PROIETTI
Gigi Proietti si è sempre dichiarato distante dalla politica. A maggior ragione quando il suo Globe veniva completamente ignorato dalle istituzioni: “Il ministro Franceschini non l’ho mai visto comparire, il sindaco Raggi non si è mai manifestata, e pensare che il Globe è un teatro proprio comunale… Ma ecco che, dopo quattordici anni che facciamo questo lavoro, compare all’improvviso il Presidente che fa i complimenti non solo al mio spettacolo, ma a tutti i giovani presenti nel mio staff… Un po’ di gratificazione ogni tanto ce vole!”. La Raggi? “Non la conosco proprio. E in quanto al ministro della… Cultura… mi viene da ridere quando penso alla ‘Medea’ che fece al Colosseo due anni fa per 300 persone: famo la tragedia de Seneca ar Colosseo… che bello! Solo che erano pochi gli spettatori e allora Franceschini disse: faremo il dvd dello spettacolo e lo manderemo in tutto il mondo. Io gli risposi a distanza: in Guatemala stanno ancora ad aspetta’ il dvd di Franceschini”. (agg. di Rossella Pastore)
VACANZE ROMANE
Ad agosto, meglio restare in città. Parola di Gigi Proietti, che nella sua ultima intervista al Corriere racconta la sua estate romana. “Secondo me, per andare in vacanza, bisognerebbe partire un po’ prima della metà di luglio o un po’ dopo, cioè a settembre: durante il periodo estivo è meglio stare qui”. Dove lo trovate, sennò, er Ponentino? “Agosto è straordinario. L’estate romana, dai tempi di Nicolini, è diventata anche una grande occasione di spettacolo: Renato, grande assessore alla Cultura, aveva avuto una bella intuizione, capendo che la città non si svuotava più completamente, come quando tutti si prendevano un mese intero di ferie, ma c’era un andirivieni di gente, un turnover di presenze. E allora perché smettere le attività teatrali e di spettacolo?”. (agg. di Rossella Pastore)
GRANDE SUCCESSO CON IL SUO ‘EDMUND KEAN’
L’attore romano Gigi Proietti è uno dei grandi artisti a cui viene dedicata questa puntata di Techetechetè in onda su Rai 1. Un artista di straordinario spessore che in questo periodo sta ottenendo un clamoroso successo a teatro con il suo spettacolo ‘Edmund Kean’, un monologo incentrato su uno degli attori shakespeariani più celebri di sempre. Uno spettacolo che Proietti ha ripreso quest’anno ottenendo un successo ancora più grande rispetto a quello dello scorso anno, cosa che alla vigilia era tutt’altro che scontata. Intervistato dal portale Leonardo.it a tal proposito ha evidenziato: “Ogni volta che si fa sembra che abbia più successo della volta precedente, io non lo so, è una cosa pazzesca. Quest’anno urlavano! Era una cosa impressionante. Però ho scoperto che la linea interpretativa più interessante è quella di marcare di più la fragilità del personaggio. Li è tutto scena, tutto enfasi, quindi destinato alla debacle. Trassero questa biografia dal laboratorio britannico di Stratford on Heaven, dove c’era Ben Kingsley. Quindi iniziò più come un esercizio d’attore. Poi lui vinse l’Oscar per Ghandi e lo portò a Londra, facendo un successo enorme. Mi colpì molto ma era lontanissimo da come lo faccio io. Però non ho potuto farlo altrimenti, perché Kingsley è un attore raffinatissimo”.
GIGI PROIETTI A TECHETECHETE’, LO STATO DI SALUTE DEL TEATRO ITALIANO
Nel corso della medesima intervista, Gigi Proietti ha avuto modo di parlare dell’attuale stato di salute del mondo del teatro italiano, rimarcando come in effetti non sia nel proprio periodo di massimo splendore. Nello specifico l’artista ha voluto fare un parallelo con quello che accadeva una volta sottolineando: “Sta ancora cercando faticosamente se stesso. Un tempo c’era il teatro di tradizione che si faceva nelle sale pubbliche, e poi qualcuno che faceva un teatro di ricerca che era contro l’establishment. Oggi invece l’establishment è proprio quello. Senza far nomi, accade che qualcuno che fa una ricerca venga nominato direttore. Ma non si può fare uno spettacolo ogni tanto, che giri. Se studi devi studiare nel tuo spazio, è quello che penso. Allora può essere utile anche per chi fa teatro tradizionale. È un po’ come la ricerca scientifica, che non arriva a fare la medicina, ma offre l’input: cerca e trova delle cose che poi possono diventare popolari”. Infine, parlando dei suoi tanti personaggi interpretati ha ammesso che quello di Don Chisciotte per la televisione con Carlo Quartucci, gli sia rimasto un po’ nel cuore senza dimenticare Cyrano, il dio Kurt di Albero Moravia e soprattutto Allelujia brava gente al fianco di Renato Rascel.