Silvio Orlando non ha certo bisogno di presentazione. Il poliedrico attore ha saputo portare sul piccolo e grande schermo tutta la sua maestria dalla comicità, anche quelal più cupa, al dramma e al dolore più crudi. A quanto pare, però, il suo destino, la sua vita è devota al teatro e sul palco tornerà con la significativa Si nota all’imbrunire dove le metafore non mancheranno soprattutto in quest’epoca molto social e poco sociale. Il gioco delle parole è dovuto per la drammaturgia di Lucia Calamaro che regala il suo Silvio all’attore che “nella solitudine ha conqusitato un bel po’ di manie”. Silvio Orlando racconta della sua voglia di teatro in una lunga intervista a Il Mattino dove racconta della sua poca voglia di stare in mezzo alla gente, quando vi si trova, e del desiderio contrario quando finalmente ottiene la solitudine e la calma che voleva.
LA SOLITUDINE E LA VOGLIA DI TEATRO
Non c’è dubbio, per Silvio Orlando “La malattia più comune è la solitudine sociale” e lo racconta lui stesso in questa intervista e cerca di portarlo sul palco interpretando il suo personaggio che non vuole più camminare, uscire, incontrare la gente. Anche per lui è un po’ così e per lo stesso motivo non ama molto la tv e il cinema, a meno che non si tratta di cose importanti e fuori “normalità” come è successo per The Young Pope di Paolo Sorrentino. L’attore ama il teatro: “Sto mettendo da parte il cinema, questo per me è un momento di calma quieta e per un solitario come me va bene così. Amo e cerco il teatro perché mi permette di lavorare a cose che mi somigliano. Come lo spettacolo che sto per fare”.