Su La7 va in onda un altro capitolo interessante della filmografia del Principe della risata Totò. Il film in onda è Il coraggio diretto nel 1955 da Domenico Paolella e con nel cast un’altra stella come l’indimenticabile Gino Cervi. Laura e Morando Morandini hanno sottolineato su Telesette che si tratta di una ”spiritosa e precisa satira di costume”. Di contro troviamo però un ritmo che rallenta in maniera decisa nella seconda parte quando gli unici punti forti sono legati alla bravura degli interpreti. Francesco Mininni su Magazine italiano Tv spiega: “Semplicemente un film divertente: Totò e Gino Cervi si danno la replica con simpatia e mestiere, assecondati da una vicenda non proprio originale ma almeno costruita in modo corretto”. Il coraggio andrà in onda su La7 a partire dalle 21.30 e potremo seguirlo anche in diretta streaming, grazie al portale della rete televisiva sui nostri dispositivi mobili cliccando qui. (agg. di Matteo Fantozzi)
CURIOSITÀ
Una pellicola di genere commedia diretta da Domenico Paolella con soggetto di Augusto Novelli. La sceneggiatura è di Marcello Mantoni, Marcello Marchesi, Edoardo Anton, Marcello Ciorciolini, Carlo Moscovini e Totò. Il montaggio della pellicola è stato realizzato da Gisa Radicchi Levi con le musiche della colonna sonora composte da Carlo Savina. La direzione della fotografia è stata affidata a Mario Fioretti. Nel cast compare anche Sandro Pistolini, il giovanissimo attore di Ninì, figlio piccolo del protagonista Gennaro Vaccariello. Sandro Pistolini si è guadagnato la fama di ‘attore bambino’ apparendo in alcune scene del film Altri tempi-Zibaldone n. 1 quando aveva appena un anno. (agg. di Cinzia Costa)
NEL CAST TOTO’ E GINO CERVI
Il coraggio, il film in onda su La7 oggi, mercoledì 23 agosto 2017 alle ore 21.30. Una pellicola di genere commedia che è uscita nel 1955 per la regia di Domenico Paolella mentre gli attori protagonisti sono due grandi del cinema e della televisione, ovvero Totò e Gino Cervi. Indimenticabili i personaggi del sindaco Peppone e del commissario Maigret interpretati da Gino Cervi, che hanno contribuito molto al successo del bravissimo attore bolognese. Altrettanto indimenticabili sono le numerose pellicole in cui ha recitato l’artista napoletano “Antonio de Curtis” in arte Totò, tra cui “Totò, Peppino e la… malafemmina”, “La banda degli onesti” e “Miseria e nobiltà”. Tra gli altri interpreti del film “Il coraggio” c’è Leopoldo Trieste, attore e regista calabrese fortemente voluto da Totò. Anche se gli era stato affidato un ruolo minore, Leopoldo Trieste fu ben felice di lavorare al fianco del grande Totò, per il quale aveva sempre avuto grande stima e ammirazione.
IL CORAGGIO, ECCO LA TRAMA DEL FILM
Gennaro Vaccariello non riesce più a far fronte ai bisogni della sua numerosa famiglia e decide di suicidarsi buttandosi nel fiume Tevere. Viene salvato da un ricco industriale, Aristide Paoloni che, per desiderio di protagonismo, accorre in soccorso dei disperati come Gennaro. Il salvataggio questa volta costerà caro a Paoloni, infatti Vaccariello si presenta a casa sua con tutta la famiglia al seguito pretendendo ospitalità. Per non rovinarsi la reputazione, anche in vista delle prossime elezioni che lo vedranno candidato, e poiché Gennaro ha scoperto la sua relazione extraconiugale, l’imprenditore si vede costretto ad accogliere in casa sua i Vaccariello. Quando Gennaro si rende conto che la giovane amante di Paoloni vuole soltanto i suoi soldi, interviene per il bene dell’industriale e riesce non solo a liquidare la ragazza ma anche a farle restituire i cinque milioni che aveva spillato a Paoloni inventando una serie di bugie.
Poiché la convivenza in casa Paoloni è diventata difficile, Vaccariello pensa di traslocare e sistemarsi nell’azienda dell’industriale, insieme ai sei figli e allo zio anziano. Ha quindi l’occasione di scoprire che l’amministratore di Paoloni non è persona onesta poiché di nascosto informa l’azienda concorrente delle intenzioni di Paoloni in merito alle gare di appalto. Per evitare il fallimento dell’uomo che gli ha salvato la vita, Gennaro manomette alcuni documenti e cambia l’offerta dell’azienda Paoloni con una cifra inferiore.
Al momento di aprire le buste per verificare le offerte e assegnare l’appalto, l’azienda Paoloni vince. Il povero Aristide, convinto di aver perso la gara e di trovarsi ormai sul lastrico, decide di uccidersi; fortunatamente Gennaro fa in tempo a informarlo del risultato favorevole della gara e Paoloni rinuncia all’idea del suicidio. Il cmmendatore viene informato dalla sua segretaria della disonestà del suo aministratore e dell’intervento providenziale di Vaccariello. A questo punto per sdebitarsi, Paoloni propone a Gennaro di diventare suoi socio in affari, anche in virtù del fatto che,nel frattempo, sua figlia Irene si è innamorata di Raffaele, il figlio maggiore di Gennaro. Ritornata l’armonia in casa Paoloni, Aristide chiede al suo nuovo socio il motivo che lo aveva spinto tempo addietro a suicidarsi; solo in quel momento scopre che Gennaro non ha mai avuto intenzione di buttarsi nel fiume ma che era caduto in acqua perché qualcuno gli aveva dato uno spintone.