Ha rivoluzionato il mondo della moda e questa è una delle sue più grandi soddisfazioni: ci riferiamo a Giorgio Armani, che a 83 anni ha tracciato il suo autoritratto per il mensile GQ, parlando per la prima volta di se stesso davanti all’obiettivo di David Bailey. Un racconto a 360 gradi quello dello stilista, che alterna agli aneddoti privati i successi ottenuti durante la sua luminosa carriera. Con uno sguardo al futuro, perché non ne vuole proprio sapere di fermarsi: “Riposare sugli allori non fa per me. Dovrei ritirarmi, ma perché? Per vivere in vacanza permanente? Viaggiare per il mondo?”. Del resto lo fa già, in parte, ma ad avere la meglio è la voglia di fare cose concrete con la consapevolezza che riesce a realizzarsi ogni giorno attraverso il suo lavoro. “È il lavoro che mi ha portato dove sono, lasciandomi alle spalle le durezze e le difficoltà”, ha spiegato Giorgio Armani. Dopo oltre quarant’anni di attività, non se la sente proprio di tirare i remi in barca e godere di quel che ha, perché quello che ha da dare è ancora più grande.
GIORGIO ARMANI: IL RAPPORTO CON IL TEMPO E CON MILANO
Il giudice più severo di Giorgio Armani è il signor… Giorgio Armani. Il giudizio degli altri è importante per lo stilista, ma quello più critico arriva da se stesso. “A volte mi fermo e mi chiedo: a chi devo ancora dimostrare qualcosa? Ecco, la risposta ce l’ho: a me stesso”, scrive sulle colonne di GQ. Successo e ossessione a volte sono parenti, di certo lo sono per lo stilista, che non ha mai considerato il primo un accumulo di ricchezza, ma il desiderio di dire come la pensa attraverso il suo lavoro. “Sono un perfezionista cronico, ed è in questo che trovo la spinta incessante a fare di più e meglio”. Non è invece un’ossessione l’età, quindi la giovinezza: “Non è un fatto anagrafico, per me, ma mentale. La si perde quando si smette di essere in sintonia con i tempi e con quanto ti sta intorno”. Nell’intervista ha parlato anche del suo rapporto con Milano: “Gode di una bellezza che è molto vicina al mio stile di vita, al mio modo di vedere le cose”. I rimpianti per il tempo riguardano invece quello che non ha trascorso con i suoi cari e per i posti meravigliosi che non ha potuto vedere: “ Ma non riesco a essere diverso: questo lavoro lo faccio per passione assoluta, viscerale”.