Dopo Leo Messi, Cristiano Ronaldo e Josè Mourinho anche Shakira è finita nel mirino del fisco spagnolo. Secondo quanto riportato dal quotianoLa Vanguardia si tratta di “un’evasione per diverse decine di milioni di euro nell’arco di quattro anni”. Secondo l’Agenzia delle entrate la frode fiscale sarebbe stata commessa tra il 2011 e il 2014 anni, periodo in cui Shakira viveva già in Spagna senza aver ancora stabilito nel Paese la sua residenza ufficiale. Secondo gli ispettori del fisco la cantante colombiana avrebbe passato più di 183 giorni a Barcellona, soglia dopo la quale si è obbligati a pagare le tasse in Spagna. Dal 2011 Shakira ha una relazione con il calciatore Gerard Piqué, colonna del Barcellona. Inoltre proprio in quel periodo la popstar ha avuto due figli: Milan nato nel gennaio del 2013 e Sasha, nato nel gennaio del 2015. “Si tratta solo di una differenza di criteri e non di frode fiscale, è stata solo usata una tecnica diversa”, ha detto una fonte vicina alla cantante a La Vanguardia. Ora sarà la procura a decidere se ci saranno anche conseguenze penali, nel qual caso Shakira rischia fino a due anni di prigione oltre a una multa.
I FAN DIFENDONO LA CANTANTE
In difesa di Shakira si sono schierati, ovviamente i suoi fan, che accusano il fisco spagnolo di essersi accanito contro la cantate per via del compagno Piqué, che si era apertamente schierato per l’indipendenza catalana e aveva votato sì al referendum del primo ottobre scorso. Shakira non è la prima star internazionale a finire sotto la lente del fisco spagnolo: nel 2016 Messi era stato condannato a 21 mesi di carcere (pena sospesa perché inferiore ai 24 mesi) per aver eluso 4,1 milioni di tasse per tre anni. La sentenza è stata confermata dalla Corte Suprema il 24 maggio 2017. Lo scorso agosto Cristiano Ronaldo è finito in tribunale con l’accusa di aver evaso 14,7 milioni di euro tra il 2011 al 2014. A settembre l’allenatore del Manchester United José Mourinho è stato accusato di aver frodato il fisco spagnolo per 3,3 milioni di euro relativi a proventi dei diritti d’immagine. Lo “special one” ha preferito pagare e chiudere la questione.