Anche Alessio Boni è stato molestato da un potente produttore americano, ma non si tratta di Harvey Weinstein. Lo ha rivelato l’attore stesso, che in questi giorni vediamo in sala con “La ragazza nella nebbia” di Donato Carrisi. «È successo anche a me una volta, una sola volta nella vita che un potentissimo produttore americano volesse andare oltre con me», ha raccontato nell’intervista rilasciata all’AdnKronos. «Gli ho detto di no, poi è finita lì», ma resta il ricordo di una brutta esperienza. Se ne sta parlando ora, ma bisogna avere la forza di denunciare tutto subito. «Mi chiedo perché non sia stato fatto prima – prosegue Alessio Boni – A volte accade che il predatore sia così abile da far sì che la preda dopo si senta addirittura sporca, quanto chi gli ha fatto le avance, e non parli con nessuno di quanto accaduto». L’attore però mette in guardia, invitando a non parlare di questi temi con leggerezza. «Si può anche avere la forza di reagire e dire no, come ho fatto io. Ma c’è anche chi non ce la fa. È una dinamica psicologica molto delicata».
“NON ESISTONO SOLO GLI ABUSI FISICI, MA ANCHE PSICHICI”
Quando Alessio Boni racconta la sua esperienza di vittima di molestie non manca il riferimento a chi le ha vissute come lui, in particolare a chi non ha avuto la sua stessa forza di reagire. «Penso a una ragazza sottomessa in fragilità da un uomo di potere che non ha la forza, la capacità di reagire. È anche quello un abuso, non solo fisico ma psichico», ha raccontato l’attore ospite dell’AdnKronos. Nel corso dell’intervista ha avuto modo di parlare anche dell’esposizione mediatica che assumono in casi di cronaca nera, quindi il gossip morboso nato dalla trasformazione del crimine in uno show, di cui peraltro si parla ne “La ragazza nella nebbia”. «Donato ha guardato in faccia la realtà e l’ha messa lì, non ha esasperato nulla», dichiara riferendosi al lavoro del regista Carrisi, che ha realizzato un film spietatamente onesto, perché «il mostro può essere chiunque». Ed è proprio questo ad angosciare.