Il delitto di Sarah Scazzi ha ancora dei punti oscuri da chiarire? La morte della 15enne di Avetrana, una cittadina in provincia di Taranto, è strettamente collegata con le figure della cugina Sabrina Misseri e della zia Cosima Serrano, così come con quella del padre e del marito delle due donne, Michele Misseri. Un giallo che inizierà con una presunta scomparsa, denunciata nell’agosto di otto anni fa, e concluso in tragedia. Il Terzo Indizio ripercorrerà il caso di Sarah Scazzi grazie alla puntata che andrà in onda su Rete 4 questa sera, venerdì 29 giugno 2018, la prima della stagione appena conclusa. Anche se secondo i giudici di tre gradi le vere responsabili dell’omicidio della ragazzina sono Sabrina e la madre Cosima, Michele Misseri ha più volte ribadito di essere il reale autore. Più volte nel corso degli anni si è attribuito ogni responsabilità, così come ha fatto poche settimane fa inviando una lettera alla madre di Sarah, Concetta Serrano. “Perdonami” ripete più volte nel suo scritto l’uomo noto come zio Michele, come ribattezzato dalla cronaca nazionale. “Il re è nudo”, aggiunge sottolineando che ogni menzogna è ormai svanita e che è arrivato il momento di dire una verità. La sua è chiara: Cosima Serrano e Sabrina Misseri sarebbero innocenti. “Tutti lo sanno”, sottolinea infatti, come ricorda La Gazzetta del Mezzogiorno, “lo capiresti subito se le vai a trovare”. La mamma di Sarah affida pochi giorni dopo una sua risposta al settimanale Giallo, mostrandosi incredula di come in realtà il cognato continui a ribadire una visione dei fatti che in sede giudiziaria è stata smentita più volte. “Ho pensato che i giorni che stava trascorrendo in prigione forse lo stavano facendo riflettere”, afferma inoltre, aggiungendo anche che questa lettera di Michele non ha fatto altro che aumentare la sua delusione.
Il delitto di Avetrana
La scomparsa di Sarah Scazzi è stata solo l’inizio di un giallo che non ha coinvolto solo Avetrana, ma tutta l’Italia. Ore e giorni che la popolazione ha trascorso davanti al televisore ed a leggere i giornali, alla ricerca di qualsiasi indizio che rivelasse chi aveva rapito la ragazzina. Nella fase iniziale dell’omicidio di Sarah, quest’ultima infatti verrà considerata scomparsa o rapita da qualche malintenzionato. Quest’ultima tesi verrà valutata per lo più dalla cugina Sabrina Misseri, con cui quel giorno sarebbe dovuta andare al mare. Lo riferirà infatti l’adolescente ad un’amica, qualche minuto dopo l’orario prestabilito per l’appuntamento con la cugina. Trascorreranno diversi giorni prima che la verità inizi a trapelare, a partire dal ritrovamento del cellulare di Sarah in un campo vicino alla casa degli zii Michele Misseri e Cosima Serrano. Sarà proprio l’uomo a trovarlo, affermando al tempo stesso di temere di poter essere accusato di qualcosa. In seguito sarà sempre Michele a rivelare agli inquirenti di aver ucciso Sarah, in una serie di confessioni e ritrattazioni che lo vedranno prima svelare di aver cercato di abusare della nipote quindicenne ed in seguito di averle fatto violenza subito dopo il delitto. Quando il corpo di Sarah verrà ritrovato, racconterà invece una verità molto diversa. Emergerà infatti un doppio triangolo che farà colare a picco le deposizioni di Sabrina Misseri e della madre. Lei, giovane e vista da Sarah come una persona da ammirare, avrebbe deciso di uccidere la cuginetta per via delle sue attenzioni dirette a un ragazzo di Avetrana, Ivano Russo, di cui la stessa Sabrina era innamorata. Ed è in questo quadro, ricorda La Repubblica, che si sarebbe insinuata Cosima Serrano, la madre dal pugno di ferro e dai modi bruschi, autoritaria e determinata a punire la ragazzina. Colpevole ai suoi occhi di aver infangato il buon nome della sua famiglia.