Si salvi chi può: un altro conduttore sta per lasciare la Rai e traslocare su un’altra rete. Si tratta di Salvo Sottile: l’indiscrezione è stata lanciata da Dagospia, secondo cui sarà lui a seguire le orme di Roberto Giacobbo. L’addio non ha nulla a che fare con gli ascolti di “Prima dell’alba”, anche perché Sottile con questo programma ha ridato fiato alla seconda serata di Raitre, da mesi col fiato corto. La terza rete è retta essenzialmente da “Chi l’ha visto” e “Report”. Il sito di Roberto D’Agostino pala dunque di «un’altra bella rogna per la Rai di Orfeo che ancor prima di Giacobbo aveva firmato l’uscita di altri due volti storici del servizio pubblico, Massimo Giletti e Milena Gabanelli». Quella di Salvo Sottile sarebbe un’altra grave perdita per la Rai, visto che ha convinto con il suo programma. «Sottile si dimostra molto bravo a fare inchieste», ha dichiarato il critico televisivo Aldo Grasso, secondo cui Sottile è più adatto «a raccontare dal vivo le cose che a regolare il traffico delle chiacchiere in studio».
SALVO SOTTILE VIA DALLA RAI? QUEL LEGAME CON MEDIASET…
Salvo Sottile rende di più sulla “strada” che in studio. Ne è convinto Aldo Grasso, secondo cui il programma “Prima dell’alba” dimostra che Raitre sta cercando una nuova identità. «Beh, faccio Prima dell’Alba anche per tornare alle origini di 30 anni fa. Perché quello che sei ti rimane dentro, e io volevo tornare in strada a raccontare storie», la reazione di Sottile nell’intervista a Vanity Fair. Le ultime voci però parlano di una possibile fuga di Sottile dalla Rai. E pensare che tempo fa si discuteva del suo addio a Mediaset: «Avevo bisogno di provare qualcosa di nuovo. Ma ho agito d’istinto, troppo. Dovevo essere più riflessivo. Ho lasciato in modo brusco la casa in cui ho lavorato per tanti anni, tanti colleghi con cui mi trovavo bene e una dirigenza a cui sarò sempre grato», aveva dichiarato. Chissà se dopo l’eventuale addio alla Rai ritornerà a Mediaset, dove ha raggiunto la popolarità con Quarto Grado: «Siamo stati contestatissimi, ma abbiamo cambiato il modo di raccontare i casi di cronaca, rappresentandoli teatralmente».