L’INCONTRO CON OWENS
“Il momento più emozionante della mia vita? Quella volta in cui fui premiato da Jesse Owens”. Lewis non ha dubbi: “Ero giovane e inesperto, era tutto molto più grande di me. Ho un bellissimo ricordo di quel giorno”. Fu la Gazzetta dello Sport ad attribuirgli il soprannome “Figlio del Vento”: “È anche per questo che amo così tanto l’Italia”. Domandona: “‘Artrosi’ le dice qualcosa?”. Lui replica: “È un problema globale: persino io ne soffro”. Bella la definizione di Fazio: “Tu eri un saltatore che correva, non un corridore che saltava”. Ebbene, Lewis ha saputo distinguersi per i suoi sprint, non tanto per le sue partenze. “Atterrare sulla sabbia dopo un volo di 9 metri è qualcosa di difficilissimo: quando sei in aria, lo sei solo per un secondo. Un secondo cruciale”. Un aneddoto simpatico: “La sera dopo ti ritrovi sabbia dappertutto. È fastidioso”. Cosa fa oggi Carl Lewis? “Be’, un paio di cosette: oltre ad allenare, sono spesso ospite di trasmissioni come questa. Ho una vita stupenda, e un solo desiderio: voglio che il mondo vada più veloce”. [agg. di Rossella Pastore]
CARL LEWIS E L’ITALIA
“Ci siete mancati tanto”. Esordisce così Fabio Fazio nell’anteprima di Che tempo che fa, subito prima di rendere giusto omaggio a Enzo Biagi. Lo fa a suo modo, imitandolo alla meglio. “‘Le parole sono importantissime, per chi fa il nostro mestiere'”, cita il conduttore. “Io mi sentii gratificato, dall’uso di quel ‘nostro’. Oggi posso dire che è proprio così”. Poi saluta il collega Fabrizio Frizzi: l’applauso è dovuto. Ci pensa Luciana Littizzetto a stemperare l’atmosfera, col suo azzeccatissimo travestimento da sirena. Il riferimento è chiaro: chissà che il rimando alla fiction non faccia alzare la curva (o l’onda?) blu di Rai 1. Dopo la pubblicità, il primo ospite. E che ospite: Carl Lewis è accolto con una meritatissima standing ovation. “Forse non lo sapete, ma sono molto legato all’Italia: gareggiai per la prima volta a Milano”. Una clip ripercorre le più emozionanti vittorie dell’atleta di Birmingham. Lui sorride, mentre si riguarda: “E pensare che da piccolo volevo fare altro…”. [agg. di Rossella Pastore]
CENNI BIOGRAFICI
Carl Lewis, all’anagrafe Frederick Carlton Lewis, sarà tra gli ospiti della nuova puntata di Che tempo che fa, programma condotto da Fabio Fazio in onda oggi domenica 5 novembre 2017 su Rai Uno a partire dalle ore 20.35. L’ex velocista e lunghista statunitense verrà intervistato da Fazio e ripercorrerà la sua carriera da atleta, dagli albori ai trionfi, passando per i retroscena e le chicche su una vita tinta d’oro. Soprannominato il figlio del vento, Carl Lewis è considerato uno dei più grandi atleti di tutti i tempi: nove medaglie d’oro olimpiche, più un argento, tra 1984 e 1996. Ma non solo: il palmares di Carl Lewis, nato a Birmingham il 1° luglio 1961, prevede anche otto medaglie d’oro, una d’argento e una di bronzo ai campionati del mondo di atletica leggera tra 1983 e 1993. Una carriera iniziata da giovanissimo: Lewis si avvicinò al mondo dell’atletica leggera in tenera età e a 13 anni iniziò a dedicarsi con costanza al salto in lungo. Ottenuto il diploma, nel 1979 l’americano si iscrisse all’Università di Houston, dove ottenne buoni risultati anche nelle gare di sprint. Nel 1980 la possibile svolta, con la selezione per la squadra olimpica statunitense: svolta però rinviata dal boicottaggio USA dei Giochi olimpici di Mosca.
CARL LEWIS, LA CONSACRAZIONE MONDIALE
Tre anni più tardi però ecco la consacrazione: nei Mondiali di atletica leggera di Helsinki ottenne la medaglia d’oro nei 100 metri piani, nel salto in lungo e nella staffetta 4 x 100 metri. L’anno seguente, ai Giochi Olimpici di Los Angeles, vinse quattro medaglie d’oro eguagliando il precedente record di Jesse Owens del 1936: medaglia d’oro nei 100 metri piani, nei 200 metri piani, nel salto in lungo e nella staffetta 4 x 100 metri. Nel 1988, ai Giochi Olimpici di Seul, ottenne l’oro solo nella gara del salto in lungo, arrivando invece secondo nei 100 metri, battuto da Ben Johnson. L’anno successivo, però, Ben Johnson venne trovato positivo ai test antidoping e ammise di aver fatto uso di sostanze dopanti anche negli anni precedenti: per questo motivo Carl Lewis ottenne il titolo di campione olimpico nei 100 metri. 1991 e 1992 furono altre due stagioni grandi riconoscimenti tra i Mondiali di Tokyo (oro nei 100 metri piani, argento nel salto in lungo e oro nei 4 x 100 metri) ed i Giochi Olimpici di Barcellona (oro nel salto in lungo e oro nei 4 x 100 metri). Infine, i Giochi Olimpici di Atlanta del 1996 e l’oro nel salto in lungo.
EXTRA-SPORT
Sia durante la carriera sportiva che una volta appesi gli scarpini al chiodo, Carl Lewis ha recitato un ruolo da protagonista anche al di fuori dell’atletica. Nel 1987, nel pieno della carriera, incise un singolo musicale intitolato Break It Up con il suo gruppo Carl Lewis and the Electric Storm. Tante le rivelazioni nel corso della carriera, a partire dalla scelta del veganesimo del 1990 per motivi etici e religiosi: “Ho scoperto che un atleta non ha bisogno di proteine animali per essere un atleta di successo. Infatti il mio migliore anno nelle competizioni di atletica leggera è stato quando mi sono convertito al veganismo”, le parole di Carl Lewis riportate da Wikipedia. Negli ultimi anni è stato rappresentante e testimonial di diversi sponsor, a partire dalla celebre azienda sportive Nike, mentre nel 2010 è stato protagonista di una puntata di Ballando con le Stelle da ospite speciale.