Lui è l’icona della fiction italiana per eccellenza. Lo abbiamo visto nella parte del cattivo, dell’ammaliatore, in tanti non lo hanno considerato vero neppure nella vita fuori dal set. Ma su quest’ultimo punto Pierluigi Diaco si è dovuto ricredere, quando ha deciso di dargli una possibilità, intervistando per il settimanale Oggi Gabriel Garko. Il pensiero di poter essere travolto da una conversazione noiosa, ha inevitabilmente interessato anche il giornalista e conduttore radiofonico, che ha però deciso di fidarsi del tono della voce del noto attore e di lasciarsi coinvolgere nella loro conversazione. Si parte dal nome d’arte, Gabriel Garko, divenuto a tutti gli effetti il vero nome dell’interprete torinese anche per l’anagrafe. “Gabriel è sempre stato anche il mio secondo nome”, conferma l’ex modello, al secolo proprio Dario Gabriel Oliviero. E’ lui stesso ad ammettere come Dario fosse un nome che ormai non riusciva più a sentire addosso, dopo trenta anni di carriera in cui tutti lo avevano conosciuto come Gabriel. E per facilitare le cose, alla fine l’attore ha deciso di cambiare anche all’anagrafe. Quel cognome Garko, che a Diaco così poco convince, in realtà ha una storia anche lui. Nasce in un ristorante, mentre Gabriel si trova con amici impegnati alla ricerca di un cognome d’arte. La sua nonna materna faceva Garkios e dopo averlo raccontato agli amici convennero tutti che Garko avrebbe potuto funzionare. “È stata un’intuizione nata per gioco”, dice.
LA GIOVINEZZA E GLI ESORDI PROFESSIONALI
C’è poi un tuffo nel passato e nei ricordi, quelli della giovinezza, di un Dario che ancora non guardava al successo ma si godeva le giornate con gli amici, tra sogni e speranze ma senza problemi né pensieri negativi. “Un periodo bello e spensierato”, dice oggi Gabriel Garko, con un pizzico di nostalgia. Cresciuto a Settimo Torinese, la provincia non gli è mai stata stretta, lo conferma il fatto di aver deciso di andare a vivere non a Roma ma nei dintorni. “Mi piacciono i luoghi piccoli, raccolti, riservati. La dinamica della provincia è intima e mi assomiglia di più. Mi appassionano i rumori della natura”, spiega. A Roma resta legato dunque dagli impegni lavorativi, ma proprio la Capitale ha rappresentato in passato oggetto di discussione in famiglia per via delle sue continue fughe: “Volevo fare il cinema, desideravo diventare un attore e a Settimo Torinese non era possibile. Partivo per farmi conoscere dalle agenzie, dai casting e dagli addetti ai lavori”. Di gavetta, dunque, il bel Garko ne ha fatta tanta ed è lui stesso a sottolineare quanto sia diverso (e più semplice), oggi, farsi conoscere, sempre in presenza di un talento. Ora c’è il web ad aiutare nei contatti, mentre ai tempi di Gabriel era fondamentale il rapporto diretto. “Sono stati anni difficili, ma entusiasmanti”, ricorda però oggi, nonostante la fatica nel riuscire a conoscere persone e situazioni in grado di permettergli di concretizzare i suoi desideri professionali.
LA BELLEZZA E L’IMPORTANZA DEL SUO ASPETTO FISICO
La bellezza è forse stato il maggior punto a favore di Gabriel Garko, ma lui non sembra farne molto caso. Diaco la definisce come la cosa più noiosa di lui, ed infatti l’attore puntualizza: “Guardi che della mia bellezza ne parlano gli altri. Sono gli altri che la considerano la mia più convincente chiave comunicativa”. Ed infatti si considera soprattutto altro dalla sua mera bellezza: “Ho un mondo interiore che credo sia molto più bello e ricco della mia fisicità”, dice. A non piacergli del suo corpo, ad esempio, sembra essere proprio il suo punto forte: gli occhi. “Non mi piacciono i miei occhi. Non parlo del colore, ma della forma. Del resto non posso dire nulla”, ammette, sfoggiando una certa consapevolezza. E’ il primo a sapere, infatti, di quanto il suo aspetto abbia contato nella sua carriera, in assenza del quale “non avrei mai raggiunto i traguardi professionali che oggi posso vantare”. Ed a proposito di carriera, dopo un inizio con i grandi nomi del cinema del calibro di Ozpetek e Zeffirelli, alla fine Garko ha preferito la fiction. Non è stato però un ripiego, come spiega lo stesso attore che ammette di aver sempre scelto con massima libertà cosa fare, ma senza mai essere snob.
L’AMORE PER ADUA DEL VESCO E IL NARCISISMO
In tanti però, hanno inevitabilmente la sensazione di trovarsi sempre di fronte al Gabriel Garko che siamo abituati a vedere sullo schermo. Eppure l’attore ha un suo “altrove”, rappresentato dal suo mondo privato fatto di pochi amici che porta con sé sin dai tempi dell’adolescenza, altri legati alla sua professione. E poi ci sono “i sentimenti, gli amori, le passioni, i cavalli, la lettura, il silenzio, la natura”. A proposito di amori, c’è quello per la fidanzata Adua Del Vesco, con la quale ammette ci sia “un rapporto di complicità”, pur sapendo di quanto per lui sia importante la libertà. “Capisco che i media si interessino al nostro rapporto, ma la verità e l’intensità che ci legano le conosciamo solo noi. Il resto è gossip: che lo facciano. Ho imparato a farmi scivolare tutto addosso”, dice. Tra le altre caratteristiche che contraddistinguono Garko c’è il narcisismo, di cui lui stesso ne è pienamente consapevole. “Il mio lavoro mi impone di esserlo. Ma è vero che non sopporto gli specchi. A casa mia non ce ne è nemmeno uno, se non nei bagni”.