TORINO, VIAGGIO TRA CULTURA E STORIA CON DUE TESTIMONIAL D’ECCEZIONE
Mario Tozzi esplora Torino nel corso della quinta puntata di Fuori Luogo in onda stasera. La città è reduce dal recente tracollo del settore secondario, e si trova ora di fronte alla sfida del rilancio di una nuova e più forte identità culturale. Due testimoni di eccezione ci accompagnano nel viaggio: l’attrice comica Luciana Littizzetto, piemontese di nascita e ancor oggi residente nella Città dei Tauri, e il matematico divulgatore Piergiorgio Odifreddi, giunto a Torino in qualità di insegnante fuorisede. Si inizia dagli elementi naturali che hanno fatto la fortuna della città, in particolare il fiume Po, la grande via d’acqua che divide in due il centro storico. Dopo anni di sfruttamento industriale, oggi il fiume ritrova un ruolo centrale nella vita quotidiana dei torinesi. E poi ancora Venaria, la residenza di caccia dei Re dove i Savoia vollero riunire l’ideale rinascimentale dell’architettura integrata con la natura. Un’idea che portarono avanti anche al centro, dotando Torino di ampi viali e parchi pubblici.
FUORI LUOGO, TORINO: NON SOLO INDUSTRIA
Si passa alla visita delle grandi residenze operaie dell’Ottocento, passando per i moderni capannoni di Mirafiori oggi per gran parte in disuso. Gli stabilimenti Fiat, il potere della famiglia Agnelli e il mito dell’automobile caratterizzarono l’immagine di Torino per decenni. Quel mondo entrò in crisi negli anni Novanta, e da allora la città conobbe un lento e progressivo processo di deindustrializzazione. Vecchi opifici, capannoni e stabilimenti chiusi, intere aree cittadine inquinate sono l’eredità di una “civiltà dell’auto” che non esiste più. Per tutta risposta, al Politecnico c’è già chi progetta mezzi di trasporto futuristici, mentre al Parco Dora i ricercatori si ingegnano smaltire i tanti, troppi relitti delle industrie. Tappa obbligata la Facoltà di Scienze Gastronomiche di Bra, i cui studenti sono convinti che le eccellenze gastronomiche del posto siano il perfetto punto di (ri)partenza dopo la disfatta industriale.