Il prossimo 17 maggio 2018, Michele Buoninconti scoprirà la decisione della Cassazione in merito al processo che lo vede come unico imputato per la morte della moglie Elena Ceste. Una tragedia che ha sconvolto la comunità di Costigliole d’Asti e l’intera cittadinanza italiana per via della modalità con cui il pompiere ha cercato di sfuggire ai sospetti. E’ morta cadendo. Così si è giustificato a lungo Buoninconti e così continua a spiegare tramite i suoi legali come la moglie abbia perso la vita. Il caso di Elena Ceste verrà trattato nella puntata di Quarto Grado di oggi, venerdì 11 maggio 2018, in un approfondimento che riguarderà anche una figura vicina al pompiere. Un’amica che nei mesi avrebbe cercato più volte di avere contatti con i figli di Buoninconti, nel vano tentativo di smussare alcuni dettagli aspri della sua posizione. La difesa intanto continuerà a ribadire che la morte di Elena Ceste è da ricercare in eventi naturali, come affermato la criminologa e consulente di parte Ursula Franco. Un omicidio mai avvenuto, sottolinea a Le cronache lucane, che hanno spinto il pompiere a finire nel mirino della Procura di Asti senza che vi fosse alcuna prova evidente a suo carico. Secondo la difesa, Elena sarebbe morta infatti a causa di un’ipotermia collegata alla caduta accidentale nel Rio Mersa, il canale a breve distanza dalle campagne in cui si trova l’abitazione di famiglia. Un incidente dovuto allo stato psicotico che avrebbe spinto la donna a lasciare la villa ed a vagare senza vestiti.
MICHELE BUONINCONTI, INNOCENTE O COLPEVOLE?
Innocente o colpevole? E’ questo che dovrà stabilire la Cassazione nei prossimi giorni in merito alla morte di Elena Ceste ed al ruolo avuto dal marito Michele Buoninconti. Madre di 4 figli, la donna di Costigliole d’Asti è stata ritrovata priva di vita nove mesi dopo la sua scomparsa, avvenuta nel gennaio del 2014. Secondo la Corte d’Assise di Torino che ha già confermato la condanna all’ergastolo di Buoninconti non ci sono dubbi sul fatto che quest’ultimo avrebbe premeditato il delitto della moglie, così come il luogo in cui lasciare il cadavere della donna. Il movente che avrebbe spinto il vigile del fuoco ad uccidere Elena Ceste sarebbe da ricercare in quegli sms inviati da un conoscente della vittima e che avrebbero fatto emergere il tradimento della donna. Fra le motivazioni della sentenza, ricorda Leggo, ci sono anche alcune frasi pesanti che Buoninconti ha rivolto ai figli, in cui ha evidenziato di aver impiegato 18 anni ‘per raddrizzare vostra madre’. Un dettaglio che fa intuire come Elena avesse già dimostrato in passato di avere un carattere incompatibile con la severità del marito, che a quel punto l’avrebbe ‘educata’ secondo il proprio volere. Ad incastrare l’uomo tuttavia sono state per lo più le numerose contraddizioni presenti nelle deposizioni fatte agli inquirenti, a partire dal disinteresse dimostrato durante le ricerche della moglie fino al cambiamento di luoghi e orari collegati alla scomparsa di Elena.