Tra le pagine de Il Dubbio, l’intervista a Lamberto Bava apre scenari inediti riguardo Fantaghirò. Per molti il nome del regista è da associare a pellicole e storie di tutt’altro genere, con l’horror di Mario Bava (suo padre e uno dei maggiori esponenti italiani del genere), fino alle collaborazioni con Dario Argento. Intanto però, il cuore del produttore cinematografico, si è addolcito proprio negli anni Novanta, quando ha regalato l’indimenticabile serie andata in onda sulla rete ammiraglia di Casa Mediaset. Il successo del progetto si fa sentire anche ai nostri giorni, con l’acquisto da parte di Netflix. “Il successo di Fantaghirò mi fa piacere”, confessa lo sceneggiatore durante la sua intervista. Poi racconta un particolare molto interessante: “All’epoca mio figlio andava all’asilo. Un giorno andai a prenderlo e i bambini mi dissero: “Quando ce ne fai un altro?”. Così ho capito che era stato un prodotto riuscito e che avrei diretto almeno il secondo”. Poi il regista racconta di essere spesso associato a Fantaghirò per confessare che anche nella serie con Alessandra Martines, vi è una buona dosa di horror: “Pensiamo alla Strega Nera che si trasforma in corvo oppure a Tarabas, lo stregone che diventa lupo mannaro”.
Le fiabe devono fare un po’ paura, parola di Bava!
Lamberto Bava, ha voluto raccontare l’attuale successo di Fantaghirò, attraverso una personale intervista per Il Dubbio, che ha messo in evidenza anche alcuni aspetti mai approfonditi prima. Per il regista le fiabe devono fare anche un po’ paura: “Il primo film che ho visto al cinema è stato Bambi. Avevo cinque anni e mi dovettero portare fuori piangente, dopo che i cacciatori avevano ucciso la madre. Me lo ricordo ancora: piansi per tre giorni”. Fantaghirò, non è stata l’unica favola diretta da Bava in quel periodo perché negli stessi anni, seguirono anche “La principessa e il povero”, “Sorellina e il principe del sogno” e “Desideria e l’anello del drago”. Nessuna però, è rimasta impressa con la prima. Di seguito, il produttore racconta che all’epoca in Mediaset il direttore delle fiction era Riccardo Tozzi, uomo molto aperto e innovativo: “Il nostro intento era di mettere davanti al televisore, madre, padre e figli tutti insieme”. Visto il tema, la serie si poteva mandare in onda al pomeriggio ma i due, decisero di trasmetterla in prima serata: “È chiaro che avevamo ragione noi”.
“Fantaghirò? Un azzardo riuscito”
L’intervista di Lamberto Bava su Fantaghirò, prosegue anche sulla scelta del cast della miniserie e il ruolo di Alessandra Martines come protagonista principale. “Quando la scelsi non fu facile convincere Mediaset – racconta il regista – Era una scommessa e ci fu più di una resistenza sul nome perché all’epoca quello di Alessandra era un volto della Rai, eppure rimango convinto sia stata la scelta giusta”. Poi la riflessione: “Certo, dopo il successo dei primi film, sembrò che la riuscita di Fantaghirò fosse solo merito suo. In parte era vero, ma dietro è esistito un enorme lavoro di gruppo e un cast di comprimari di primo livello”. In chiusura Giulia Merlo, la giornalista che ha firmato l’articolo per Il Dubbio, ha chiesto se oggi in Italia qualcuno investirebbe sul progetto: “Se oggi qualcuno andasse a proporre Fantaghirò alle televisioni generaliste gli riderebbero in faccia e gli direbbero un gran no. Fu un azzardo riuscito, ma è l’indice di come la Mediaset di allora avesse la capacità di rischiare”.