“LA FICTION SULLA MORTE DI VERSACE? RIDICOLA!”
Antonio D’Amico, compagno di Gianni Versace morto il 15 luglio del 1997 assassinato davanti alla sua villa di Miami Beach dal 27enne Andrew Cunanan, racconta alcuni retroscena all’Observer (il domenicale del Guardian) in un’intervista esclusiva. Sono trascorsi vent’anni dal tragico accaduto ed Antonio non riesce ancora a trovare pace. Il dolore è ancora forte in lui che trovo Gianni Versace per primo agonizzante. Nel 2018 uscirà una serie che vedrà il suo personaggio interpretato da Ricky Martin intitolata American Crime Story: The Assassination of Gianni Versace. Riguardo questa serie il commento di Antonio D’Amico è molto critico: “È ridicola la scena di Ricky Martin che tiene il corpo di Gianni stretto tra le sue braccia sembra che abbiano voluto copiare la Pietà di Michelangelo. Magari è solo una licenza poetica del regista, ma non è così che reagii io”.
RICKY MARTIN NEI PANNI DI ANTONIO D’AMICO
La nuova serie tv in programma per i primi mesi del 2018, American Crime Story: The Assassination of Gianni Versace, vedrà protagonisti Ricky Martin (nei panni di Antonio D’Amico), Penelope Cruz (che interpreta Donatella Versace), Edgar Ramirez (attore venezuelano che interpreta Gianni Versace) e Darren Criss (che è Andrew Cunanan l’omicida) gli attori principali. Max Greenfield, già visto nella serie New Girl, interpreterà invece il fratello dello stilista, Santo Versace. Antonio D’Amico è stato designer della linea sportiva del Brand e si dice che non abbia mai avuto un grandissimo rapporto con Donatella. Il compagno di Versace non è convinto dalla trama che andrà in onda, per lui ci sono molte cose inesatte.
LE DICHIARAZIONI DELL’EX COMPAGNO DI GIANNI VERSACE
Antonio D’Amico racconta importanti retroscena dell’assassinio. Cunanan, il serial killer gay che prima di Versace aveva già assassinato altre quattro persone, fu trovato morto otto giorni dopo: all’apparenza suicida. D’Amico afferma che Versace non conoscesse Cunanan: “Gianni non aveva mai incontrato prima il suo assassino, non si erano mai conosciuti… ma adesso lasciamo perdere”. Quei colpi di pistola distrussero suo mondo. Infatti D’Amico visse un lungo periodo di solitudine e depressione, accompagnato dai dissapori con i familiari di Versace, a causa di una parte del testamento dello stilista che gli lasciava ventiseimila euro al mese e il diritto a vivere nelle sue case. Resta il dolore di chi amava davvero lo stilista.