Uno dei principali ritorni nella prossima stagione televisiva, sarà quello di Franca Leosini, mente e volto della trasmissione Storie Maledette, da oltre 20 anni in onda su Rai3. Durante la presentazione dei palinsesti Rai, la Leosini ha potuto godere dell’applauso più forte in attesa del suo attesissimo ritorno in autunno. Una vera e gradita sorpresa per la stessa conduttrice e giornalista, protagonista di una interessante intervista per il quotidiano indipendente La Verità. La trasmissione che racconta storie di personaggi al centro di clamorosi casi giudiziari, ha un pubblico vasto, anche di giovanissimi, i cosiddetti “leosiners”, come li chiama la stessa giornalista, che commenta così il successo del suo programma: “Quando dai un buon prodotto i ragazzi lo seguono, non hanno bisogno delle bollicine”. Storie Maledette sarebbe dovuta tornare in onda la scorsa primavera, ma alla fine così non è stato, slittando alla prossima stagione. Un collocamento ideale per la stessa Franca Leosini che ha spiegato come lo slittamento fosse dovuto anche ad inconvenienti tecnici come la mancata intervista ad un detenuto che resta in isolamento. Nonostante questo, la conduttrice è rimasta oltremodo lusingata dalle proteste che si sono diffuse soprattutto sui social.
FRANCA LEOSINI ED IL RITORNO IN TV CON STORIE MALEDETTE
IL SUCCESSO DEL PROGRAMMA
Nato nel 1994, il programma di Rai3 negli anni è diventato un vero e proprio cult con un pubblico in costante aumento. A cosa deve il suo vero successo? “Credo che in ogni caso ciascuno riconosca una parte di sé. È un programma che sveglia i nostri fantasmi”, ha spiegato la sua ideatrice e conduttrice. Le storie vengono scelte in base alle tematiche, ma ciò che appassiona la Leosini non è tanto indagare sull’identità di un assassino quanto sul percorso psicologico che lo ha indotto a commettere un delitto. Tra i casi a lei cari, oltre a quelli poco noti al grande pubblico anche quel “tipo di delitti che si consumano al nord più che al sud. Come quelli contro i genitori, che hanno spesso matrice nel denaro”. Difficilmente però, in questi anni di messa in onda si è parlato di casi di femminicidio, come mai? “Trovo volgare identificare la donna con la femmina. La donna è una persona”. Per lei, un femminicidio resta sempre un omicidio sebbene riconosca la delicatezza dell’argomento. “La donna è un soggetto debole. Approfittarne è vigliaccheria. Ma la giustizia dovrebbe provare a essere oggettiva”, commenta.
LA SCELTA DEI CASI
La scelta dei casi che caratterizzano Storie Maledette non si basa tanto sull’aspetto torbido della storia, quanto sulla passione. E’ quanto dichiarato nella sua intervista da Franca Leosini, che prima di affrontare ogni caso ha rivelato di studiare con attenzione tutte le carte processuali e la psicologia del condannato e delle persone a lui vicine. L’incontro con gli intervistati avviene solo una volta prima dell’intervista vera e propria: “Vado a rubargli l’anima per poi restituirgliela”, ha ammesso, dichiarando di puntare molto sull’empatia. Ma qual è il suo obiettivo? “I miei cardini sono capire, dubitare, raccontare”, dice. E’ accaduto con Massimo Pisano ma anche con Rudi Guede. Storie Maledette le ha dato e continua a darle molto: “Imparo ad attraversare la soglia del dolore, vedo le strade sulle quali si può scivolare, capisco che cosa può cambiare la traiettoria di una vita. Andare oltre la geografia dei propri pensieri è un’esperienza che arricchisce”, ha rivelato. Nessuna anticipazione particolare, infine, sulla prossima stagione di Storie Maledette, ma la speranza di Franca Leosini è quella di portare sul piccolo schermo quattro interessanti casi.