Marco Baldini e la sua storia sono stati i protagonisti della puntata di oggi di Storie Italiane, la trasmissione in onda su RaiUno con Eleonora Daniele. L’ex deejay tempo fa aveva rotto il silenzio ammettendo pubblicamente il suo periodo difficile a causa della forte dipendenza dal gioco e in una intervista televisiva aveva rivelato di non considerarsi affatto un buon esempio, sperando però di poterlo diventare in futuro, quando sarebbe finalmente uscito dalla dipendenza che aveva mandato in frantumi rapporti sociali e lavorativi. Molti anni fa, Marco cadde nel vortice del gioco d’azzardo dal quale, seppur faticosamente riuscì ad uscirne prima delle nuove e continue ricadute. Una esistenza vissuta sulle montagne russe, dal successo al baratro arrivato proprio a causa di quel tavolo verde sul quale sogni, speranze e progetti sono sfumati per sempre. La risalita, lenta ma a quel punto inesorabile, è giunta solo dopo aver iniziato a capire che sarebbe stato meglio ammettere le proprie fragilità e proprio in tv, guardandosi allo specchio, ha smesso di dire di essere uscito dal suo inferno ma ha anche avanzato un desiderio: diventare padre per dire a suo figlio di non fare mai come ha fatto lui. È questo il suo vero progetto per il nuovo anno in arrivo.
MARCO BALDINI E LA POSSIBILE CAUSA DELLA SUA DIPENDENZA
“Ho già ricominciato dal migliorare me stesso”, ha esordito oggi a Storie Italiane Marco Baldini, il quale ha ribadito quanto di fatto il dolore possa aiutare molto, “aiuta a migliorarsi”. Lui oggi si definisce più cauto, non ammette più di essere uscito dalla sua dipendenza ma resta con i piedi per terra. “So che la bestia è sempre dietro l’angolo e per cercare di vedere la luce bisogna sempre pensare di ricaderci”, ha spiegato. A detta di Baldini, il primo importante punto di partenza è capire cosa abbia causato la caduta nel baratro e cercare di rimuovere la causa ed andare avanti. Ad aiutarlo è stata un’amica che faceva la psicoterapeuta e che le avrebbe detto come il gioco non era la malattia bensì il sintomo più grave di un disagio più profondo. Dopo un lavoro profondo, Marco sarebbe riuscito ad individuare il suo reale disagio: “In un disegno realizzato da piccolo, a 5 anni, ho disegnato io in mezzo ai miei genitori per mano però mio papà guardava da una parte e mia mamma dalla parte opposta alla mia. La mia era una sorte di sindrome da abbandono e da questo son venuti fuori tutti i disagi psicologici che poi hanno portato al gioco ma potevano portarmi alla droga… Pensavo di essere abbandonato a me stesso”, ha spiegato Baldini. In merito al suo desiderio di paternità, Marco ha commentato: “Dopo aver preso tanto vorrei restituire qualcosa”. Per lui, è arrivato il momento in cui sa di poter dare tanto e vorrebbe darlo proprio ad un’altra persona e nello specifico ad un figlio. Pubblicamente Baldini si è poi rivolto ai giovani lanciando un appello affinché non cadano anche loro nello stesso errore che lo ha, suo malgrado, travolto: “Non si vince mai, non vi fate affascinare, il demone del gioco è tremendo”.