Il caso di Rachid Assarag è risaltato fra le pagine di cronaca del nostro Paese non tanto per la condanna che lo ha spinto a trascorrere 9 anni e 4 mesi nel penitenziario. Condannato per violenza sessuale, il marocchino ha denunciato di aver subito diversi e pesanti abusi all’interno delle carceri e ha permesso alla Procura di Prato di aprire un’inchiesta su alcuni agenti che si sarebbero macchiati del reato. L’accusa è ricaduta su quattro agenti in particolare della Polizia penitenziaria, per il reato di lesione aggravata, falso e calunnia. Le Iene ritorneranno sul caso di Rachid Assarag nella puntata di oggi, mercoledì 23 maggio 2018, l’ultima del programma di Italia 1. Matteo Viviani ripercorrerà la vicenda del marocchino, avvalendosi sia del suo racconto diretto sia delle testimonianze della moglie. L’incontro con Vittorio Ferraresi, il deputato della Commissione Giustizia che ha seguito le indagini per primo, porterà inoltre alla luce alcuni filmati inediti collegati alla vicenda. L’inchiesta aperta grazie alla testimonianza di Rachid è stata infatti chiusa nel 2016, nonostante il detenuto sia riuscito a esibire due filmati in particolare a dimostrazione delle sue parole. Come sottolinea L’Espresso, il pm ha giudicato normale l’operato dei dieci agenti coinvolti nei video, evidenziando con le loro azioni siano state dettate da un “uso legittimo della forza”.
Rachid Assarag espulso dall’Italia
Rachid Assarag ha denunciato a lungo i maltrattamenti che avrebbe ricevuto in carcere ed alla fine è stato invece costretto a lasciare l’Italia. L’espulsione è stata ordinata infatti dal Tribunale di Torino su richiesta della questura, che ha giudicato il detenuto pericoloso per l’incolumità pubblica. E questo episodio ha dato un’ulteriore sferzata al fascicolo aperto contro quattro agenti della Polizia Penitenziaria che secondo Assarag lo avrebbero aggredito dopo averlo sorpreso in possesso di un registratore. All’epoca dei fatti invece, spiega il portale della Polizia Penitenziaria, i quattro agenti finiti nel mirino della Procura hanno affermato di essere intervenuti dopo aver sorpreso Rachid in possesso di una forbicina. Per questo il marocchino è stato denunciato per resistenza. Nel giugno dell’anno scorso, quando è stato reso noto il provvedimento di espulsione dell’uomo, l’avvocato Fabio Anselmo ha contestato la decisione dei giudici di Torino, sicuro che l’inchiesta della Procura di Prato avesse svelato cosa accade veramente nelle carceri italiane. L’episodio denunciato dal marocchino in particolare si riferisce al 2014, subito dopo la denuncia per resistenza depositata dalla Polizia carceraria. Nel suo racconto, il marocchino ammette di essere stato picchiato per via del registratore, ma anche che quest’ultimo fosse l’unico modo per dimostrare la condotta illecita degli agenti. All’inizio sarebbe stato inoltre picchiato da quattro poliziotti, a cui sarebbero aggiunti in seguito altri agenti. ‘Almeno otto persone’, sottolinea nel suo racconto alla Procura di Prato. Ed è in quell’occasione che Rachid avrebbe sentito gli agenti parlare fra di loro e riferire a chi ha interrotto l’aggressione che in realtà l’intervento sarebbe stato provocato da un paio di forbicine in suo possesso.