Le Iene nella puntata di ieri hanno raccontato la storia di Biagio Conte, un uomo che ha rinunciato a tutto per aiutare i bisognosi in un atto di libertà estrema. Palermitano, figlio di una famiglia di ricchi imprenditori, trent’anni fa ha deciso di spogliarsi di tutti i suoi averi per donarsi agli altri. Ha cambiato totalmente la sua vita per seguire la sua missione e la sua vocazione verso gli altri, vivendo da povero tra i poveri per occuparsi di loro. «Vivere insieme con gli altri, sostenere chi è in difficoltà», dice spiegando la sua opera. Fratel Biagio, questo è il nome con cui è conosciuto: tramite forme di disobbedienza civili estreme, come lo sciopero della fame, si è fatto conoscere e amare. «La società che lascia indietro i più deboli non è giusta». Fratel Biagio Conte è riuscito dal nulla ad aprire ben tre comunità che cercando ogni giorno di aiutare i bisognosi. «Credo che bisogna dare a tutti la sicurezza di una casa e di un lavoro che non è facile ma ce lo inventiamo», racconta. (agg. di Silvana Palazzo)
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FRATEL BIAGIO CONTE, LE IENE RACCONTANO IL NUOVO SAN FRANCESCO
Barba lunga e un vecchio saio, è la voce di Speranza e Carità: Fratel Biagio Conte è conosciuto nella comunità di Palermo grazie alla sua decisione di mettere da parte consumismo e materialismo per dedicarsi all’aiuto degli emarginati della società. L’altro volto della Chiesa, quello distante anni luce da scandali e presunti abusi, di pedofilia e possibili infrazioni del codice morale a cui deve rispondere un prete. Biagio Conte ha scelto infatti di seguire la sua vocazione e diventare missionario dopo essere rimasto stravolto dalle sofferenze che vedeva nei volti delle persone che incrociava sul suo cammino. Nel cuore un grande esempio, quello di San Francesco, che ha trovato dentro di sé come una guida e di cui ha seguito le orme. Armato solo di un bastone, Fratel Biagio Conte ha percorso km e strade interiori prima di dedicare del tutto la sua vita ai poveri. Della sua storia si parlerà nella puntata de Le Iene di questa sera, mercoledì 7 marzo 2018, grazie ad un servizio di Nina Palmieri. La scelta di Fratel Biagio non è di certo stata semplice, come racconta nel suo sito personale. Dopo aver scelto di vivere nel silenzio delle montagne siciliane, ha ricevuto l’aiuto di un pastore ed infine ha dovuto affrontare un’indecisione. Sentiva infatti che qualcosa lo bloccava: quel viaggio che voleva fare come missionario in Africa si è trasformato alla fine in un viaggio all’interno della povertà della sua Palermo.
IL MIRACOLO CHE GLI HA PERMESSO DI CAMMINARE DI NUOVO
La Missione di Speranza e Carità è stata fortemente voluta dal suo fondatore, Fratel Biagio Conte. Un missionario laico che ha deciso di lasciare gli eccessi della vita, il consumismo e persino i genitori, per aiutare i più bisognosi. Persone comuni che spesso vengono tenuti ai margini della società. Prostitute, mendicanti, sbandati: poveri in tasca ma non nello spirito. Deciso a stare al fianco di quelli che vede come fratelli e sorelle e stretto nel suo berretto “ricavato da una manica di maglione che mi ha riscaldato tanto, non ha esistato a dare la propria vita a chi è invisibile agli occhi di molti. “Così me ne sono andato sotto i portici della stazione”, racconta in una sua lettera in occasione del film di Pasquale Scimeca sulla sua storia, “con uno zaino pieno di latte e the caldo, per aiutare e stare vicino a quelli che la società ha dimenticato”. Un novello San Francesco che ha ripercorso gli stessi passi del Santo, dall’abbandono degli sfarzi maturati nella prima parte della sua vita e della famiglia. Persino del lavoro. E la scelta di seguire un periodo di riflessione in totale silenzio per ritrovare se stesso e la profondità di valori come pace, libertà e, appunto, Speranza e Carità.
E’ così che ha scelto di chiamare la sua fondazione, con cui ogni giorno si occupa e preoccupa di chi spesso non ha cibo, vestiti oppure una parola di conforto. Secondo quanto riportato dalla Curia di Palermo, Fratel Biagio Conte sarebbe inoltre protagonista di un miracolo: dopo aver vissuto su una sedia a rotelle per anni a causa delle fatiche vissute in Missione, ha trovato nelle acque di Lourdes la possibilità di riprendere a camminare.