COLLABORAZIONI ILLUSTRI E RICONOSCIMENTI
Fabrizio De Andrè è considerato dal mondo della critica uno dei più grandi cantautori italiani di sempre, tanto che a 18 anni dalla sua morte, ancora le sue canzoni sono amate e conosciuti tra gli appassionati di musica. Nella sua carriera, il cantante genovese ha inciso tredici album in studio, oltre che varie antologie nelle quali si è trovato spesso a collaborare con varie personalità della musica tra le quali Francesco De Gregori, Ivano Fossati, Nicola Piovani, Mauro Pagani e molti altri. Un rapporto particolare è nato anche tra lui e l’amico d’infanzia Paolo Villaggio, che lo ha soprannominato Faber, non solo per l’assonanza con il suo nome ma anche per la sua passione per l’arte e la pittura. Sono tanti gli artisti italiani che hanno riproposto a distanza di anni dalla sua morte le sue canzoni, presenti inoltre anche in numerosi documentari o film italiani. A tal proposito, segnaliamo la pellicola Amore che vieni, amore che vai di Daniele Costantini tratto dal libro Un destino ridicolo di Fabrizio De André e Alessandro Gennari. (Agg. di Dorigo Annalisa)
IL RAPPORTO CON GLI AMICI CANTAUTORI
Di Fabrizio De André si è parlato a lungo come poeta a volte solitario, innamorato di Dori Ghezzi e di una vita ritirata. Ma l’amicizia è sempre stata importantissima della vita del cantautore genovese, anche e soprattutto al fianco di tanti altri grandi protagonisti della storia della musica italiana, con i quali sin da giovanissimo, e poi strada facendo, Fabrizio De André ha stretto legami di vera fratellanza. A partire da Luigi Tenco, genovese come lui e che fu amico di De André fino al tragico episodio del suicidio a margine del Festival di Sanremo. E poi Umberto Bindi, Gino Paoli: una vera scuola cantautorale che poggiava le sue radici proprio nella città di Genova, dove De André ha sempre vissuto un vero e proprio legame di sangue. A volte l’amicizia è andata di pari passo con gli eccessi con il bere, poi superati in età più avanzata. Sicuramente Fabrizio De André ha saputo ispirarsi da quelli che non sono stati solo amici cantautori, ma veri e propri fratelli di una vita tormentata ma rimasta nella storia della musica. (agg. di Fabio Belli)
LA MALATTIA E LA MORTE
Nelle ultime pagine dei suoi Diari, Fabrizio fa i conti con la malattia: “Poi finalmente il cancro a liberarti da una ragnatela di rimorsi, rancori e rimpianti. Dicono colpisca anche le persone buone. Chi è buono? È buono solo il cancro che non fa distinzioni e non si lascia corrompere perché conosce il teatro e gli attori e soprattutto sa che questo mondo non è stato fatto per gli uomini. Qui lo esorcizzano e poi lo seppelliscono. Sarei rimasto volentieri”. Poi ironizza: “Non vorrei che qualcuno dicesse di me: ‘Ecco, la sua morte è arrivata al momento giusto'”. Questo tema è ben affrontato in Amico fragile, che, insieme a Il testamento di Tito, considerava la sua miglior canzone. In genere sul lavoro era ipercritico, tanto da affermare: “Appena esce il disco vorrei distruggerlo: mi sembra inutile, sorpassato”. [agg. di Rossella Pastore]
IL RAPIMENTO
Sono passati 38 anni dai fatti che videro De André e Dori Ghezzi protagonisti di un clamoroso rapimento in Sardegna. I due vennero sequestrati nella loro abitazione di Tempio Pausania, dove rimasero prigionieri per ben quattro mesi. Al contrario di quanto si possa pensare, l’esperienza non li traumatizzò, né mutò il loro amore per la Sardegna. “I rapitori – raccontò De Andrè – erano gentilissimi, quasi materni. Sia io sia Dori avevamo un angelo custode a testa che ci curava, ci raccontava le barzellette. Ricordo che uno di loro una sera aveva bevuto un po’ di grappa di troppo e si lasciò andare fino a dirci che non godeva certo della nostra situazione. Anzi, arrivò a sostenere che gli dispiaceva soprattutto per Dori. […] Venivano dal centro della Sardegna, da quell’isola che si chiama Barbagia dove si continua a credere che togliere qualcosa agli altri sia un privilegio, dove si tramanda di padre in figlio un’abitudine vecchia duemila anni, quella di sequestrare animali o persone. E dove non cambierà niente fino a che non ci faranno un’autostrada che la collegherà col resto del mondo”. [agg. di Rossella Pastore]
GLI ESORDI NEL MONDO DELLA MUSICA
La puntata di Techetechetè in onda questa sera su Rai 1 rende omaggio a una coppia molto nota agli italiani: quella formata da Fabrizio De André e Dori Ghezzi. Il loro è stato un grande amore, iniziato quasi per caso nel 1974, e durato nel tempo, fino alla morte prematura di Fabrizio, nel 1999. De André è sicuramente tra i più grandi cantautori italiani di tutti i tempi. Un animo ribelle, che da giovane si manifestò nel rapporto travagliato col padre, nel suo allontanamento da casa a soli 18 anni e nel suo comportamento “fuori dagli schemi” a scuola, dove non ottenne mai grandi risultati. Esordisce nel 1961 con “Nuvole barocche” e “E fu la notte”. Da questi due brani nasce la sua carriera musicale, costellata da successi e da canzoni indimenticabili, che hanno fatto innamorare, pensare e cantare intere generazioni di ragazzi, fino ad oggi. 29 album pubblicati, milioni di copie vendute, e anche piazze, vie, parchi dedicati a lui.
IL MATRIMONIO DOPO 10 ANNI DI RELAZIONE
Alcuni testi gli hanno fatto avere la nomea di “poeta”, in quanto erano più poesie cantate e recitate che canzoni vere e proprie. Canzoni come “Geordie”, “La guerra di Piero”, “Bocca di rosa” e “Il pescatore” sono ancora oggi considerati pietre miliari della musica italiana. Indimenticabile il suo ultimo concerto, nel 1998, al Teatro Brancaccio di Roma, prima di ammalarsi e spegnersi per sempre. Parlando dell’amore con Dori Ghezzi, oggi la vedova continua a ricordare il suo grande amore Fabrizio, e ne gestisce la fondazione, che si occupa di mantenere vivo il suo ricordo con organizzazione di concerti ed eventi. Il matrimonio con De André, arrivato dopo oltre 10 anni di relazione, è stato accolto dai fan con entusiasmo.