Dopo la morte in Turchia, la famiglia di Alessandro Fiori non è ancora riuscita a comprendere che cosa sia accaduto durante il soggiorno che il manager ha fatto ad Istanbul. Sono tanti i particolari che non quadrano nel giallo, a partire dal ritrovamento del corpo avvenuto nel Bosforo. Il cranio fracassato che potrebbe indicare un’aggressione, a discapito dell’infarto indicato dalle autorità locali nella prima fase delle indagini, come causa della sua morte. Una tesi a cui il padre del 33enne non ha mai creduto e che è stata smentita dai risultati dell’autopsia. Chi l’ha visto? ritornerà sul caso grazie allo speciale che andrà in onda su Rai 3 questa sera, mercoledì 25 luglio 2018. “Indagini ferme“, ha sottolineato a La Provincia il padre di Alessandro Fiori, Eligio, dopo aver atteso quattro mesi che le autorità italiane e turche si unissero per scoprire che cosa sia accaduto al manager di Soncino. Nessun sospettato o arma del delitto, senza considerare che il poliziotto turco preposto alle indagini sarebbe stato assegnato ad un altro incarico.
I misteri sulla morte del manager
L’amarezza è aumentata invece quando i patologi turchi hanno ultimato l’autopsia, confermando che la morte di Alessandro potrebbe essere collegata a un omicidio. Nessun malore quindi, come è stato affermato dalle autorità del posto poco prima che il corpo del manager venisse ripescato dalle acque. Secondo la ricostruzione infatti, Alessandro sarebbe stato colto da un infarto alcuni giorni prima del suo effettivo decesso, soccorso lungo la strada da alcuni passanti. Non risulta tuttavia nessun ricovero a suo nome, un particolare che contribuisce ad alimentare il mistero. Un ultimo viaggio a Istanbul, forse per incontrare una donna di cui si era invaghito. Questa la prima pista seguita dagli investigatori ed a conoscenza dei familiari della vittima. Non sono ancora chiari tuttavia numerosi punti ed Eligio Fiori, così come il resto della famiglia, vive nel pieno dello sconforto a causa di un’assenza di notizie che dalla Turchia raggiunge l’Italia.