Andrà in onda oggi, sabato 22 luglio, su TV8, la seconda e ultima parte di Ignoto 1 – Yara, Dna di un’indagine, il documentario nato da un’idea della BBC e prodotto in collaborazione con Sky dall’inglese Amber TV e dall’italiana Run to Me Film, che ripercorre le tappe che hanno portato all’arresto di Massimo Bossetti, il carpentiere di Mapello condannato all’ergastolo in primo grado e in Appello con l’accusa di aver ucciso la piccola Gambirasio di Brembate il 26 novembre del 2010. Uno dei casi di cronaca nera più sconvolgenti della storia italiana, caratterizzato dal fatto che l’uomo accusato del delitto rappresenta all’apparenza il ritratto del papà di famiglia perfetto. Nessun precedente penale, né vizi o grilli per la testa: Massimo Bossetti è l’emblema dell’uomo tutto famiglia e lavoro. Fino a quando un Dna non sembra incastrarlo in maniera definitiva: tutte le tappe di un’indagine complicatissima, culminata con l’arresto del Bossetti, nel documentario in onda oggi su TV8.
IGNOTO 1 – YARA, DNA DI UN’INDAGINE: L’ARRESTO E LA CONDANNA DI BOSSETTI
L’ARRESTO IN CANTIERE
La seconda parte di Ignoto 1 – Yara, Dna di un’indagine, si aprirà con il test sul DNA effettuato su uno dei figli di Ester Arzuffi, la donna che secondo le ricerche della squadra coordinata dal pm Letizia Ruggeri ha partorito il figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni. Sarebbe il frutto di questo incontro segreto, avvenuto fuori dal matrimonio, ad aver ucciso la piccola Yara Gambirasio il 26 novembre 2010 all’uscita dalla palestra di Brembate. A questo punto, quando i genetisti concordano sul fatto che il Dna di Ignoto 1 rintracciato su alcuni indumenti di Yara coincide con quello di Massimo Giuseppe Bossetti, gli agenti non perdono tempo e si recano al cantiere dove il carpentiere di Mapello lavora. La prima reazione dell’uomo, alla vista dei carabinieri, istintivamente è quella di scappare. Una volta braccato, Bossetti viene messo in manette: ci sono già le telecamere a riprenderlo. Il suo volto è visibilmente impaurito: 4 anni dopo l’omicidio di Yara, l’Italia guarda in faccia il suo presunto assassino.
IL PROCESSO E LA CONDANNA
Nel corso di Ignoto 1 – Yara, Dna di un’indagine si darà spazio anche a quanto vissuto da Massimo Bossetti nelle fasi immediatamente successive all’arresto. Il carpentiere di Mapello è un papà di famiglia, e sono in primis i suoi cari a non credere alla sua colpevolezza. La moglie, Marita Comi, è quella che più di ogni altro viene travolta dalla bufera mediatica, ma non per questo smette di dare fiducia al proprio marito. Nel frattempo, da dietro le sbarre, Bossetti viene descritto dai suoi legali come un uomo sconvolto da quel che è successo, incapace di realizzare che l’accusa che gli viene mossa sia così grave. Sostiene di essere vittima di un errore, chiede quando uscirà di carcere: allora non sa che il suo periodo dietro le sbarre non si esaurirà. Si arriva così all’inizio del processo, mentre fuori si accende il dibattito tra colpevolisti e innocentisti. La sete di notizie sull’imputato e sulla sua vita in cella diventa morbosa, ma per la sentenza che farà la storia bisogna attendere l’estate 2016. Massimo Bossetti viene riconosciuto colpevole e condannato all’ergastolo. I suoi legali, all’epoca della realizzazione del documentario, rimandano all’Appello: il verdetto è arrivato pochi giorni fa, e tutti sappiamo com’è andata a finire.