Dario Argento esordisce nella narrativa, presentando il suo libro ‘Horror’ edito dalla Mondadori e costituito da sei diversi racconti. Il primo di essi è ambientato agli Uffizi di Firenze, luogo da lui scelto anche per la presentazione del progetto, mentre gli altri si trovano divisi tra la villa di Palagonia, le segrete di Merano e il castello di Hilles de Rais. Luoghi che il regista riesce a rievocare, presentando scenari di sangue e violenza con i protagonisti che vengono proiettati in una dimensione parallela. Ma così ha spinto il protagonista indiscusso dell’horror italiano a lasciare la macchina da presa per dedicarsi alla carta stampata? È lui stesso a parlarne in una recente intervista rilasciata ai quotidiani La Nazione, Il Resto del Carlino e Il giorno. Tutto ha avuto inizio durante una notte agli Uffizi: “Stavo girando La sindrome di Stendhal. Avevo il permesso, privilegio più unico che raro, di poter andare di notte da solo, nel museo, per i sopralluoghi del film”.
I BRIVIDI PROVATI AGLI UFFIZI
Dario Argento prosegue la sua intervista raccontando le emozioni provate durante la visita agli Uffizi, nella quale provò un’inquietudine strana, da brividi di orrore: “Da solo, con una torcia elettrica, fra i corridoi e le sale buie, di fronte a capolavori formidabili, sentii una vertigine, una perdita di coscienza”. Fu da questi sentimenti che nacquero le prime idee su uno dei racconti del nuovo libro, ambientato proprio nell’importante museo fiorentino. Eppure la passione per i libri non è fatto nuovo per il regista italiano, che ha iniziato la sua carriera lavorativa proprio come giornalista e critico cinematografico. Il rapporto con la scrittura è infatti sempre stato molto profondo con una passione verso autori quali Edgar Allan Poe, Lovecraft e di recente anche l’inglese Margaret Atwood. Oltre alla narrativa, anche l’arte e la musica sono da sempre stati oggetto di interesse e curiosità per lui: “L’arte non è solo, o forse non è mai, esaltazione positiva, rasserenante, pacificazione: l’arte è pericolosa. Deve esserlo”.
LA DIFESA DI ASIA
Lo scandalo molestie ha profondamente colpito la famiglia di Dario Argento, con la denuncia della figlia Asia, una delle vittime di Harvey Weinstein. Ma il modo in cui questa vicenda è stata trattata in Italia ha fatto soffrire il regista che ammette: “Asia ha avuto tanti dispiaceri da questa vicenda: mentre negli Stati Uniti le lettrici vittime di quell’uomo hanno trovato comprensione e sostegno nelle colleghe, Asia è stata attaccata. In molte e molti si sono scagliati contro di lei in modo feroce. Ma lei continuerà la sua battaglia, insieme ad un gruppo vastissimo di attrici di tutto il mondo”. Proprio in queste ore Asia è a Strasburgo per parlare di queste problematiche al Parlamento Europeo”. L’intervista al regista si conclude davanti alla ‘Medusa’ di Caravaggio, l’immagine che più di altra evoca a suo avviso i demoni che lo accompagnavano in quella indimenticabile notte in cui tutto ha avuto inizio agli Uffizi.