Non ha accampato scuse Jonathan Friedland, il capo della comunicazione di Netflix costretto a dare le dimissioni dal suo ruolo per avere utilizzato in almeno due occasioni la parola “nigger”, “negro”, rendendosi così responsabili di espressioni razziste non in linea con i valori della società. Ed è stato proprio l’ex giornalista, sul suo profilo Twitter, ad assicurare di “sentirsi malissimo per il disagio causato dal lapsus alle persone della società che amo e dove desidero che ognuno si senta incluso e apprezzato”. Lo storico dirigente della piattaforma streaming, al passo d’addio dopo sette anni di attività, non ha rinunciato però a rivendicare un certo orgoglio per il fatto di “aver costruito un team globale brillante e diversificato e di aver fatto parte della nostra avventura collettiva”. (agg. di Dario D’Angelo)
JONATHAN FRIEDLAND: ESPRESSIONI RAZZISTE IN DUE OCCASIONI
L’ex giornalista e capo storico della comunicazione di Netflix, Jonathan Friedland, sarebbe stato costretto a dimettersi per alcune sue espressioni razziste. Sarebbero due gli episodi incriminati. La prima volta era successo mesi fa quando, durante una riunione di PR, ha usato parole discutibili. “Tre mesi dopo ha parlato a un meeting con alcuni dipendenti di colore di Netfix e non ha nemmeno accennato dell’accaduto, il che è stato interpretato da molti all’incontro come un disinteressamento e una mancanza di presa di responsabilità”, ha fatto sapere amministratore delegato Reed Hastings attraverso una mail. La notizia dell’addio di Jonathan Friedland ha fatto immediatamente il giro del mondo scatenando polemiche e reazioni contrastanti. L’ex capo della comunicazione ha motivato il suo addio scatenando poi la reazione di Netflix (aggiornamento di Stella Dibenedetto).
IL CAPO DELLA COMUNICAZIONE NETFLIX COSTRETTO A DIMETTERSI
Un’altra testa è caduta in questo clima di “guerra” al razzismo, ai comportamenti sbagliati, alle violenze sul set e alle parole usate anche nelle comedy o solo sui social. Nei giorni scorsi è saltata la testa di Roseanne Barr per via di un Twitter incriminato e questa volta è toccato al capo comunicazioni di Netflix costretto a dimettersi per un “negro” detto fuori posto. La parola è stata usata in maniera “sbagliata” e fuori luogo non in pubblico, non sui social ma nel corso di alcune riunioni in cui il capo della comunicazione di Netflix, Jonathan Friedland, ha usato per due volte la parola “negro”, considerata razzista e discriminatoria negli Usa tanto da non poter essere nemmeno detta se non usando l’acronimo N.
LE PAROLE DI JONATHAN FRIENDLAND
In un memo al personale è stato lo stesso Reed Hastings, ceo di Netflix, Reed Hastings, ad aver dato la notizia ringraziando il collega ma liquidandolo per il suo comportamento razzista inaccetabile: “Jonathan ha dato un contributo in molte aree, ma il suo uso descrittivo della parola N in almeno due occasioni sul lavoro ha mostrato una consapevolezza razziale inaccettabilmente bassa, sicuramente non in linea con i nostri valori“. Dal canto suo, Jonathan Friedland ha chiesto scusa e si è detto certo che il suo comportamento non collima con quelli dell’azienda di cui ha fatto parte in questi anni ed è per questo che ha deciso di lasciare il suo posto dimettendosi. Tramite comunicato ufficiale ha fatto sapere: “Lascio Netflix dopo 7 anni. I capi devono essere irreprensibili nel dare l’esempio e purtroppo non ci sono riuscito quando parlando con il mio staff ho usato delle parole che possono essere offensive“. Ha ammesso anche di essere dispiaciuto e sentirsi male per quanto accaduto, la sua carriera è finita come tante altre in questi mesi?