DA BRIGNANO A JOVANOTTI
Poveri ma ricchissimi è il titolo del nuovo film di Brignano e De Sica per la regia di Fausto Brizzi. Inevitabile far cenno allo scandalo molestie: “Speriamo che la questione si risolva al più presto”. Poi Fazio la butta in caciara, per dirla alla romana, o in cagnara, visto che siamo a Milano. E non è un caso che un cesto di supplì venga magicamente calato dal cielo per celebrare la loro romanità. Com’è autoreferenziale, quest’intervista. Si parla ancora di Brignano e della sua Flora, ancora in attesa di una proposta di matrimonio. “Filippa, mi presti l’anello?”, dice il comico inelegante. Per la cronaca: Martina non ha ancora detto ‘papà’. “Magari dirà ‘babbo’, non lo so, tu che sei toscano che mi dici?”. Fazio toscano? Ligure, semmai. Nuovo ospite: Jovanotti. Il cantautore entra in scena sulle note di Oh, Vita!, e chissà perché viene un po’ da sorridere. Se non altro, la sua scrittura musicalmente sgrammaticata è divertente. Dopo l’esibizione si tuffa in platea per dispensare baci e abbracci. [agg. di Rossella Pastore]
L’INTERVISTA
Fabio Fazio questa sera ritorna su Rai 1 con una nuova puntata di Che tempo che fa con tantissimi ospiti di prestigio tra cui il noto cantautore romano Lorenzo Jovanotti. Per Jovanotti non sarà soltanto l’occasione per raccontarsi su Rai 1 ma anche per presentare il suo ultimo lavoro discografico intitolato Oh, vita! lanciato dall’omonimo singolo. Un album che è composto da 14 brani e prodotto da un vero mito della musica come Rick Rubin. Lorenzo Jovanotti nel corso di una intervista rilasciata al quotidiano La Stampa in occasione dell’uscita dell’album avvenuta venerdì 1 dicembre ha voluto raccontarlo alla propria maniera enfatizzando l’importante ruolo avuto in merito dallo stesso Rubin: “Questo disco non è un’architettura, è un gesto. Anche se poi dietro quel gesto c’è il lavoro di tutta una vita. Rick Rubin mi ha messo di fronte ai miei limiti, vocali, di interpretazione: abbiamo costruito un disco scarno, crudo, senza trucchi, un disco che è solo se stesso, non è una reazione a nulla, un disco che è indiscutibile, perché è un pezzo della vita di un essere umano”.
“È L’INIZIO DI UNA STORIA”
Nella stessa intervista Jovanotti ha raccontato come sia nato l’album ed in particolare di come abbia proposto a Rick Rubin venti canzoni che lui aveva scritto. Queste le parole dell’artista romano: “Quella ventina di canzoni si è ridotta a 12, poi è salita a 14 , tutte scritte, vissute, volute, sognate. Questo, fatto con un americano, è il mio album più italiano, e lui tra l’altro mi consiglia di andare avanti su quella strada. C’è dentro un approccio cantautorale – ed è un termine che uso con cautela – e ci sono canzoni più vicine all’hip hop. Manca tutto quello che sta in mezzo, il pop elettronico che per anni è stato il mio pane quotidiano. Questo disco è l’inizio di una storia, chissà se le nostre strade si incontreranno ancora: non pensare al business, pensa all’arte, mi diceva, fai qualcosa che ti renda orgoglioso. E alla fine ha ammesso: è il disco più vario che abbia mai fatto”.