DAI DEEP PURPLE A GLORIA GAYNOR
Mirko Casadei racconta quella volta in cui convinse suo padre a esibirsi in Smoke on the Water. “Fummo invitati a Webnotte. Castaldo e Assante ci chiesero qualcosa di inedito, e noi optammo per un pezzo dei Deep Purple”. Raoul non è ostile alle contaminazioni di genere: egli stesso ha acconsentito all’evoluzione del Liscio a qualcosa di più pop e più distante dalla folk music di stampo classico. È stato Mirko a portare avanti il cambiamento, per vendere meglio il prodotto. Ma non chiamatelo mercenario: “Era necessario: volevamo tramandare la tradizione del Liscio ai più giovani”. Tra gli altri contagi, quelli della musica balcanica. Ed ecco che rientra in gioco Bregovic: per il musicista bosniaco, “il Liscio e la musica etnica non sono poi così distanti”. La seconda rivoluzione è avvenuta nell’istante esatto in cui Gloria Gaynor è salita sul palco. È la stessa Gaynor a raccontare l’evento: “Sono sempre stata affezionata all’Italia. Quando mi chiamarono accettai di buon grado. Romagna mia, il pezzo che cantai, è una vera e propria pietra miliare della musica italiana. Fui lusingata”.[agg. di Rossella Pastore]
UNA GRANDE FAMIGLIA
Da degno Re del Liscio, Raoul Casadei è seduto sul suo trono: “Qui intorno vivono tutte le persone a me più care, divise in due appartamenti autonomi: oltre a me a mia moglie, ci sono i miei figli Mirko, Carolina e Mirna, ciascuno con le proprie famiglie. A proposito, sa che da poco ho saputo che diventerò bisnonno? Mia nipote Asia, la figlia di Mirko che ha solo 18 anni, ci farà questo bellissimo regalo”. Mirko, la musica ce l’ha nel sangue: “È come un linguaggio globale”, commenta. E come tale, aggiungiamo noi, si è lasciata contaminare. Il Liscio di Mirko Casadei è qualcosa di meno sacro, meno “pulito”, di quello di papà Raoul. Dal raggae allo ska, dalla taranta al vero e proprio rap, sono tanti i generi che hanno apportato il loro contributo alla folk music.[agg. di Rossella Pastore]
UN LISCIO “YOUNG”
Fin dai suoi esordi, Mirko Casadei si fa portavoce di un genere nuovo, più distante dalla sacralità del Liscio e della musica popolare romagnola. Non è un caso che lo slogan dei suoi spettacoli sia “100% festa”. Il collante tra il “folk” di Casadei padre e il “pop” di Casadei figlio è il contatto col pubblico, le piazze, l’attitudine a divertirsi e far divertire. In una recente intervista a Famiglia Cristiana, Mirko fa luce su quest’aspetto della sua musica: “Suoniamo spesso, ma è dura. Il Liscio come lo faceva papà non funziona più tra i giovani e così, pur continuando a proporre i cavalli di battaglia della nostra tradizione, ci siamo aperti anche a musiche e strumenti di altre parti del mondo”. Raoul, dal canto suo, sembra approvare: “Anch’io sono stato attaccato dai tradizionalisti quando ho rinfrescato il liscio con chitarre spagnole, percussioni e strumenti vari. I tradizionalisti sono come i politici, non vorrebbero mai cambiare o andare avanti”. [agg. di Rossella Pastore]
CENNI BIOGRAFICI
Mirko Casadei, nato a Rimini il 19 agosto del 1972, è un cantante, musicista pop-folk italiano, leader dell’Orchestra Casadei. Pronipote di Secondo Casadei e figlio del “re del liscio”, Raoul Casadei, Mirko, fin dalla nascita, respira musica. Al padre e ai suoi ottant’anni è dedicato il programma Unici – Casadei la dinastia… questa sera su Rai2. Fin dall’adolescenza collabora con il padre, prima come animatore sulla showboat “La Nave del Sole” e in seguito occupandosi dell’organizzazione e della produzione degli spettacoli dal vivo dell’Orchestra Spettacolo Casadei. Nel corso della sua carriera artistica Mirko vanta collaborazioni importanti: Kid Creole and The Coconuts, mito degli anni 80, trasforma la sua “Doccia Fredda” in “Cold Shower”; il gitano Mario Reyes – Gipsy King Family canta con lui “Poesia y Melodia”; con Dado, comico di Zelig, interpreta “Quanti amici su Facebook”; mentre dall’amicizia con Bengi del gruppo Ridillo, nascono diversi brani del disco “Do You Remambo?”.
LE RIFLESSIONI DI MIRKO CASADEI
In un’intervista concessa a Famiglia Cristiana, il figlio d’arte parlò dell’accoglienza verso i profughi e i migranti: “Da noi la gente è abituata a essere ospitale. In un paese dell’entroterra a cui sono stati assegnati alcuni profughi ho visto grandi esempi di accoglienza. Ovviamente, non tutti i migranti che arrivano sono dei santi e quindi accanto all’ospitalità c’è anche l’irritazione verso chi non si comporta bene”. Parole che non fanno una piega e fanno capire lo spessore umano di Mirko Casadei. Interessante anche il suo pensiero sui venditori ambulanti sbarcati dall’Africa: “Ci sono ancora, anche se sono diminuiti perché ora ci sono più controlli per tutelare giustamente i commercianti che lavorano in regola, mentre loro sono sfruttati dal racket. Quasi sempre sono bravi ragazzi che in genere in estate vengono nelle nostre spiagge per pagarsi gli studi, anche in altri Paesi d’Europa”.