È dagli anni Ottanta che nelle feste natalizie ci portano in vacanza da Cortina a Londra, da Miami a New York, dalle rive del Nilo a quelle del Gange (perciò in India), dal Sudafrica a Rio, con il boss, l’amante, gli amici fessi e i figli sciupafemmine, in crociera al mare, ai monti, col pedalò e con il gatto delle nevi. Così da trentacinque anni filati! Di produzione esclusivamente italiana, destinati a uscire nelle sale cinematografiche a partire dall’annuale ponte dell’Immacolata, i cinepanettoni hanno la pretesa di far fare due risate agli italiani, giocando su allusioni, ménage a trois, piccoli tradimenti coniugali, avventure piccanti, doppi sensi, un pizzico di volgarità e tanto bel vedere (leggasi “scollacciamenti abbondanti e ripetuti”). E a chi in tutti questi anni si è abbuffato, fino a farne indigestione, di cinepanettoni, beh, senza accorgersene, gli è venuto un fisico da… Boldibuilder!
Ma non tutti sanno che la serie cinematografica considerata come portabandiera del genere, lanciata in grande stile dalla coppia (poi scoppiata) Boldi-De Sica, dopo ben sette lustri vanta un gran numero di imitazioni locali. Informazioni che il nostro amico Zingarelli – un vocabolario che sa tante cose perché le ha rubacchiate, come tanti cinecanditi e cineuvette, qua e là in giro per lo Stivale – ci ha proiettato a nostro (e vostro) uso, consumo e beneficio: “Il cinepanettone va forte soprattutto in Lombardia. Ma se voi, esseri svogliati e indolenti (non sta parlando di voi, cari nostri 25 lettori, bensì di noi due ComicAstri), vi spostaste solo di qualche chilometro, basterebbe una scampagnata in Veneto o un giretto in Piemonte, scoprireste ivi l’esistenza rispettivamente del cinepandoro o del cinetronchetto di Natale”.
Incuriositi, abbiamo voluto indagare. E abbiamo scoperto che se uno avesse la voglia, e la pazzia l’incoscienza, l’allegria… (citazione Ornella Vanoni) di perlustrare l’Italia, avrebbe la possibilità di farsi una vera e propria scorpacciata di questo genere cinematografico. Ecco qualche assaggio.
“Vacanze di Natale a Quart”. È un tipico esempio di cinemecoulin (il nome deriva dal dolce natalizio, di origine medievale, della valle di Cogne, un pane di Natale al latte con le uvette). Ambientato a Quart, in Valle d’Aosta, vede protagonista un giovin compositore di Quarto, in provincia di Napoli, amante dei componimenti in quattro quarti, che vuol passare le vacanze di Natale sulle Alpi senza la petulante e appiccicosa fidanzata. A Quart si invaghisce della bella Lafontaine, giovane formaggiaia valligiana, sulla quale però ha già messo gli occhi Fesone Di Spalla, il macellaio del paese, un burbero venditore di quarti di bue. Il film, come ben si può evincere con una buona dose di immaginazione, è molto ricco di proteine e di battute… grasse.
“Vacanze di Natale a Caines”. Fulgido esempio di cinezelten (lo zelten è una sorta di pane dolce a base di frutta secca che fin dal Settecento si prepara in Alto Adige nel periodo natalizio). La trama? Inseguito dall’iracondo macellaio di Quart, brandente un quarto di bue, il giovane compositore napoletano di Quarto decide di scappare sulle Dolomiti. Giunto a Caines, in Val Passiria, piccolo Comune chiamato così perché d’inverno fa “un freddo caines”, durante un’escursione in Val Sopranes, incontra una giovane soprano amante del genere schuhplattln (ballo tipico altoatesino dove si salta, si battono le mani, si pestano i piedi, si danno schiaffi e si canta lo jodel). Le tentate e non troppo gradite avance del giovin compositore provocano la reazione di lei, che al ritmo di uno squillante jodel, lo riempie di schiaffi e calci. L’inconfondibile e argentina voce femminile richiama per strada il marito, di professione baritono basso (basso di statura, s’intende): geloso quanto basta, gonfia l’incauto giovin compositore come un tamburo. Recitato in tedesco con sottotitoli in ladino e traduzione in italiano (seppur differita di qualche secondo), il film è ricco di colpi (e non solo di scena…).
(1- continua)