Piero Villaggio, figlio del noto attore e Paolo Villaggio per molto tempo ha lottato contro la tossicodipendenza, oggi ha 53 anni e recentemente ha scelto di raccontare la sua storia nel libro dl titolo “Non mi sono fatto mancare niente”, edito da Mondadori. Un’infanzia difficile, segnata profondamente dal successo travolgente di suo padre Paolo, dipinto come una persona molto diversa da quella che il pubblico ha imparato a conoscere e ad amare nei suoi film: “Relazionarsi con lui è molto difficile. È una persona molto invadente ed egocentrica, come quasi tutti quelli che fanno il suo mestiere”, ha detto infatti Piero Villaggio in una recente intervista concessa a Rosa Maiuccaro di Vanity Fair, “La prima volta che sono riuscito a parlargli liberamente risale all’incirca a dieci anni fa, prima di allora non avevamo mai avuto una relazione padre-figlio canonica”.
IL RAPPORTO PADRE-FIGLIO
Dopo un periodo di autodistruzione dovuto all’uso di stupefacenti, Piero Villaggio è riuscito ad uscire dal tunnel della droga supportato dalla comunità di San Patrignano, dove è stato ospitato per circa cinque anni. “Per tanto tempo ho sofferto di essere ‘’il figlio di’’, perché pensavo che comunque tutto fosse sempre riconducibile a mio padre, Paolo Villaggio, anche quando mi chiamavano nel mio lavoro di fotoreporter, e in parte era anche vero”, ha detto Piero in un’intervista rilasciata al settimanale Vero, dove ha rivelato, inoltre, di aver a lungo sofferto per il confronto con suo padre: “Quand’ero bambino mettevo mio padre su un piedistallo, tutto quello che diceva era importante e spesso mi diceva che dovevo diventare un uomo di successo altrimenti sarei stato solo un fallito”. Solo negli ultimi anni i due sono riusciti a riallacciare i legami e a dare vita a “un rapporto fatto di tenerezza, (…) e di assidua frequentazione”, alimentato, di recente, dal progressivo peggioramento delle condizioni di salute dell’attore.