Luca Tommassini, ballerino e coreografo che da oltre un decennio si occupa della parte più scenografica di X Factor, intervistato da Huffingtonpost, si è raccontato alle soglie dei 48 anni (dal prossimo febbraio). Non solo ballerino e nemmeno esclusivamente un coreografo ma anche attore, regista e direttore artistico, oltre che giurato (da gennaio nella nuova edizione di ‘Dance Dance Dance’). Un successo guadagnato con il tempo e mantenuto con tanta forza di volontà ed entusiasmo. “Avere talento non è da tutti e quello vero fa vibrare in te le corde più interiori, intime e segrete, ti fa venire la pelle d’oca sulle braccia e illuminare gli occhi”, ha scritto nel suo libro, Fattore T (Mondadori), ed ha voluto anche ripeterlo all’HuffPost mentre in quel di Milano cadevano i primi fiocchi di neve. Luca parla anche di coraggio in quanto, se non l’avesse avuto, ad oggi non sarebbe l’uomo di successo che poi è diventato con il passare del tempo. Tutto è iniziato quando non aveva nemmeno 18 anni e dopo aver messo qualche soldino da parte, decise di partire ed andare prima a New York e poi a Los Angeles.
Dalla Green Card alle collaborazioni uniche
Ospite di due amici ballerini, Luca Tommasini svela di aver fondato con loro il gruppo degli “Ciao”, con cui successivamente ha vinto anche “Star Search International”, talent internazionale di estremo successo che ha regalato la popolarità a nomi quali Britney Spears e Justin Timberlake. “Nonostante questo, rimanevo pur sempre un clandestino, perché non avevo la Green Card. Non potevo partecipare ai provini per gli Oscar, che si sarebbero tenuti ai Sonny Studios di Los Angeles, ma ecco il coraggio pronto ad aiutarmi”, confessa Tommassini ed incuriosisce il suo pubblico, nel desiderio di scoprire come si è poi evoluta l’intera faccenda. Durante una passeggiata, decise di provarci lo stesso: “Da quel momento, la mia vita cambiò per sempre, venni scelto, fui cacciato di casa dai due “amici” perché invidiosi e quella sera dormii all’aperto”. Ottenne la Green Card e ballò per gli Oscar. Da lì, le collaborazioni più importanti: Michael Jackson, Madonna e Whitney Houston. Il coreografo afferma che sognare rappresenta da sempre, la sua arma vincente. Da ragazzino viveva a Roma con la madre casalinga, un padre assente e violento e un velato bullismo che gli permetteva ugualmente di reagire: “Sconvolgere era la mia regola e se gli altri mi dicevano “froci*”, io mi facevo tingere i capelli o mi mettevo vestiti ancora più colorati e sgargianti, arrivai anche a fare la prima comunione solo in camicia”.
Tommassini pazzo dei Maneskin: ‘Sono la rivoluzione’
Mamma Lina però, è sempre stata al fianco di Luca Tommassini, per sostenerlo in ogni sua scelta e decisione. “Era vittima delle continue violenze di mio padre, ed io amavo stupirla”. Poi a nove anni la scuola di danza fondata da Enzo Paolo Turchi e sua sorella Lydia. L’iscrizione contro il parere contrario del padre e le rette pagate dalla madre iniziando a lavorare facendo le pulizie. Il marito di Carmen Russo per lui quindi, è stato un vero pigmalione: “Un giorno mi disse di imparare una coreografia e di provarla con Carmen e gli altri ballerini e mi portarono a ballare in televisione, proprio a “Drive In” […] I miei primi maestri sono stati loro”. Parole di stima anche per Lorella Cuccarini che ha voluto averlo al suo fianco durante Odiens e Buona Domenica. In quel periodo poi, conobbe anche Paola Barale, una delle sue migliori amiche. Poi retroscena inediti anche su Michael Jackson: “Non fu semplice lavorare con lui, appena si presentava un tempo morto, si annoiava, e lì cominciavano i casini” e Madonna: “È stata la mia più grande insegnante, una grande professionista, una donna che costruisce tutto quello che fa, da zero a cento, una persona fragile ma forte al tempo stesso”. Si parla anche dello scandalo Harvey Weinstein: “Sto dalla parte di Asia! Sono stato vittima anche io, sono stato ricattato, ma non ho mai ceduto, anzi, sono stato licenziato per aver detto di no”. In ultimo, un parere sui Maneskin, probabili vincitori di questa edizione di X Factor 2017: “Sono pazzo di loro. Sono un’idea di libertà, il loro è un messaggio continuo, è un urlo sopra i tetti. Sono una rivoluzione e Damiano mi chiede di fare delle cose che nessuno si aspetta, urla la libertà”.