Matteo Cambi questa sera si racconta a Peter gomez nel corso del consueto appuntamento con “La confessione”. La sua lunga intervista, che andrà in onda a partire dalle ore 23 su Canale Nove, si concentrerà sul suo successo,sulla caduta e sulla successiva risalita, e prenderà il via proprio da quel simbolo, un fiore stilizzato stampato sul dorso di una maglietta, che per tanto tempo ha rappresentato il suo successo. Proprio da quel simbolo, infatti, hanno avuto inizio tutti i problemi dell’ex milionario, che dopo aver venduto quasi quattro milioni di capi in tutto il mondo, si è ritrovato a raschiare il fondo del barile. Nel corso dell’intervista, Peter Gomez porrà l’accento soprattutto su quel mondo border line con il quale Matteo Cambi amava accompagnarsi, un mondo fatto da personalità del mondo dello spettacolo (fra i quali anche Fabrizio Corona) che nell’ultimo decennio sono balzati all’onore delle cronache per le loro vicende processuali. Se volete visualizzare il video promo trasmesso negli ultimi giorni da Canale Nove, potete cliccare qui.
IL FALLIMENTO
“È un mondo molto particolare, io stesso ho avuto dei guai, quindi mi rendo conto che iI filo a volte può essere sottile”: è con queste parole che Matteo Cambi, intervistato da Peter Gomez a “La confessione” descriverà i suoi compagni di merende del periodo d’oro, un gruppo di persone più o meno note al mondo dello spettacolo e dell’imprenditoria, che nel corso degli anni hanno vissuto delle vicende giudiziarie. Matteo Cambi, classe 1977, nel 1999 ha fondato il noto marchio di abbigliamento “Guru”, che ha ottenuto immediatamente un successo senza precedenti grazie alla sponsorizzazione di calciatori e vip del mondo dello spettacolo. Nel 2008 viene arrestato perché accusato di “bancarotta fraudolenta, false comunicazioni sociali, illecite ripartizioni degli utili e riserve sociali, indebita restituzione dei conferimenti, infedeltà patrimoniale, dichiarazione fraudolenta e infedele”, mentre il il tribunale di Parma dichiara il fallimento della società per bancarotta, con un buco di bilancio di 762 milioni di euro e debiti per oltre 1000 milioni. Dopo l’arresto, ha patteggiato 4 anni di condanna per bancarotta fraudolenta, scontati al Sert e alla Comunità “Betania” per curare la sua di pendenza da alcol e droghe.