Filippa Lagerback elenca le cariche ricoperte dal Presidente. De Mita è già seduto al tavolo: “Mi hanno detto che è diventato buono”, scherza Fazio, che si scusa per le imitazioni. “Sinceramente non me le ricordo”. Il conduttore gli rinfresca la memoria: “Neanche io”, dice, con la classica inflessione demitana. “Mi scuso per averla disturbata”. E lui: “Non si preoccupi. Sono una persona gentile, io”. Il pubblico ride. Subito una perla: “Il presentismo è il male”, afferma convinto De Mita, ancora del parere che bisogna guardare avanti. Di questi tempi, però, è difficile farsi un quadro lungimirante. Il riferimento è all’attuale condizione politica: “Smettiamola di incolpare la legge elettorale. È come dire che basta cambiare vestito, per prendersi il raffreddore”. Eppure succede: talvolta basta un cambio d’abito, per attentare alla propria salute. Tanto più quando in ballo c’è la diplomazia. Infine ammette: “Trovare una soluzione non è impossibile, ma molto complicato”. [agg. di Rossella Pastore]
DE MITA SULLE ELEZIONI
I risultati delle elezioni politiche lasciano un quadro piuttosto incerto su quella che potrà essere una maggioranza di Governo. Di certo il tema dello scenario politico attuale verrà discusso questa sera a Che tempo che fa con Ciriaco De Mita, storico leader della Democrazia cristiana che poco di un mese fa ha compiuto 90 anni. Ancora attivo politicamente (è Sindaco di Nusco, il suo paese natale in provincia di Avellino), è stato anche celebrato da un docu-film presentato proprio in Irpinia all’inizio di febbraio, pochi giorni dopo il suo compleanno. Si tratta di “De Mita, l’animale politico – La storia e il futuro dell’Italia nell’analisi del suo ultimo protagonista”, realizzato da Carmine Caracciolo e Roberto Flammia e prodotto da Irpinia Film Commission. Un film che ripercorre le tappe fondamentali della vita di De Mita.
DE MITA, IL NIPOTE BATTUTO DA M5S E CENTRODESTRA
Non si può dire però che De Mita sia uscito vincitore dalle ultime elezioni. Suo nipote Giuseppe De Mita, nel collegio Campania 2, è stato battuto dai candidati di centrodestra e Movimento 5 Stelle. In generale, in Campania come in altre regioni del Sud, sono stati i pentastellati a imporsi. Probabilmente l’ex democristiano dovrà spiegare cosa possa essere successo alle tradizionali forza politiche italiane e magari rispondere alla domanda che alcuni analisti si sono fatti: il Movimento 5 Stelle si può considerare il nuovo partito di centro, non essendo propriamente né di destra, né di sinistra? Forse una piccola soddisfazione De Mita può essersela tolta nel vedere che Noi con l’Italia-Udc non ha ottenuto un buon risultato. Prima del voto aveva infatti detto di ritenere quel partito privo di pensiero.
L’INCHIESTA SULLA MOGLIE ANNA MARIA SCARINZI
Pochi giorni fa, come scrive Italia Oggi, Ciriaco De Mita è stato convocato dalla Procura di Avellino come persona informata dei fatti nell’ambito dell’inchiesta che vede coinvolta sua moglie Anna Maria Scarinzi e altre dieci persone per la gestione delle associazioni per l’assistenza ai disabili Aias e Noi con Loro. Ai cronisti l’ex leader Dc ha spiegato che gli inquirenti volevano solo vederlo. “Mia moglie ha fatto solo del bene”, ha quindi dichiarato. Come spiega Repubblica, al vaglio degli inquirenti c’è una telefonata tra De Mita e Mario Pagano in cui il Sindaco di Nusco avrebbe chiesto al giudice salernitano di ricevere un certo Bigotta, che si sospetta essere Gerardo Bilotta l’ex presidente della Onlus Aias che, insieme alla moglie di De Mita, Annamaria Scarinzi, è il principale indagato nell’inchiesta.
LA CARRIERA POLITICA DI CIRIACO DE MITA
Nato a Nusco nel 1928, Ciriaco De Mita diventa Consigliere nazionale della Dc nel 1956. Nel 1963 viene eletto deputato e nel 1968 diventa sottosegretario all’Interno. Fondatore della corrente di sinistra nella Dc, nel 1973 è ministro dell’Industria, nel 1974 del Commercio con l’estero e nel 1976 per gli Interventi straordinari nel Mezzogiorno. Nel 1982 diventa Segretario nazionale della Democrazia cristiana, nel 1988 Presidente del Consiglio, nel 1989 Presidente della Dc e nel 1992 Presidente della Commissione bicamerale per le riforme costituzionali. Sostenitore della nascita dell’Ulivo e dell’ingresso del Partito popolare italiano nella Margherita, aderisce al Partito democratico, che lascia però nel 2008, per passare all’Udc. Nel 2014 viene eletto Sindaco di Nusco. Nel 2017 lascia l’Udc e fonda, con il nipote Giuseppe, il movimento L’Italia è Popolare che converge in Civica Popolare alle elezioni del 2018.