1958. Robin Cavendish ha davanti a sé una vita splendente, fresco di matrimonio con una donna bellissima e inarrivabile. Un giorno, durante un viaggio in Africa, contrae la poliomelite che lo costringe a letto, completamente paralizzato, con una diagnosi che sembra non dargli nessuna speranza di sopravvivenza e tanto meno di una vita normale. Ma Robin, ispirato e spinto dalla moglie Diana, troverà il coraggio di reagire, immaginando un futuro diverso. Lasciato l’ospedale, nel quale la routine si stava trasformando in una condanna a morte, Robin inventerà un nuovo modo per sopravvivere, con dignità, serenità e sempre nuova vitalità.
Largo ai fazzoletti. Ogni tuo respiro è la storia commuovente di un uomo che ha scommesso sulla vita, a un passo dalla morte. È un film emozionante e sentito, prodotto da Jonathan Cavendish, figlio dello stesso protagonista di questa storia, e diretto da Andy Serkis, che abbiamo conosciuto dietro al personaggio di Gollum, nella trilogia del Signore degli anelli, qui alla sua prima regia.
Non sembra essere un progetto né celebrativo, né volutamente lacrimevole. Ma di fatto lo è nell’inevitabile racconto di una storia davvero straordinaria. Robin Cavendish è stato dapprima un uomo di successo, bello, magnetico e affascinante. D’improvviso è caduto nella disperazione, trasformandosi in un sopravvissuto senza voglia di vivere, provato dall’inutilità di un’esistenza deprivata. Ed è risorto alla vita, guidato da un sogno personale che ha regalato vita e vitalità a tutti coloro che l’hanno conosciuto.
Andrew Garfield, nel ruolo di Robin, rivela una forza espressiva da premio, tanto profonda nelle stanze più buie della rinuncia come nelle luminose praterie della speranza. Il suo sguardo trafigge di umanità e forza d’animo, spinto da un sorriso inerme e trascinante, che ci guida nella guerra quotidiana per la sopravvivenza. Molti avrebbero rinunciato a vivere. Ma Robin, negli occhi di Garfield, trova la forza di guidare una rivoluzione umana che supera i confini della paralisi e della medicina, sospinta dalla volontà di continuare a esistere.
Attorno a lui una famiglia straordinaria e degli amici di una vita, pronti a correre al suo posto, regalando felicità nei luoghi più impossibili di sofferenza. Cavendish è un modello esistenziale, una formula impossibile di felicità che spinge chi guarda oltre ai confini della realtà. La storia vera va oltre al suo dovere di cronaca, raccontandoci un personaggio brillante, euforico, contagioso, confinando la pietà nei lidi più lontani della sceneggiatura.
Si piange senza volerlo. Si ride di gusto, pervasi dalla bizzarra creatività, pulsante di genio e di un inventore sempre pronto alla battuta. Cavendish voleva solo vivere, viaggiare, sognare. Voleva uscire prima dalla bara e poi dalla gabbia nella quale la spocchiosa medicina dell’epoca l’aveva rinchiuso.
Ogni tuo respiro è una storia d’amore, romantica e meravigliosa, che travolge gli eventi e gli imperativi di una tragedia annunciata e inevitabile, scoprendo il sorriso dietro al pianto. Ogni tuo respiro è anche una riflessione di vita, lucida e ragionevole, che sembra offrire all’uomo la libertà di essere e di non essere, al di là di ogni morale precostituita e di ogni scelta degli altri fatta a nostro nome. Un tema attuale, dietro alla storia di meraviglia, che ci interroga sulla vita e la sua fine, decisa da uomini e dei che di noi non dovrebbero poter disporre.
La critica da film sospenda il giudizio per godere appieno di un esempio di coraggio e di guerra al destino, che ha aperto alla disabilità un’autostrada di futuro.