E’ tutto pronto per il Festival di Venezia 2018: la 75esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica è in programma dal 29 agosto all’8 settembre 2018 e in attesa della conferenza stampa in programma tra sette giorni la Biennale ha deciso di rivelare ulteriori dettagli su una delle rassegne più attese. Dopo aver annunciato i 17 film restaurati per la sezione Venezia Classici, è arrivato l’annuncio riguardante la serata di pre-apertura della 75. Mostra: il 28 agosto 2018 sarà proiettato in Sala Darsena al Lido il classico del muto Il Golem – Come venne al mondo del 1920, diretto da Paul Wagener. Il lungometraggio sarà proiettato in prima mondiale in una nuova copia digitale tratta dal negativo originale ritenuto perduto, ma c’è di più: restauro in 4K a cura della Friedrich-Wilhelm-Murnau-Stiftung di Wiesbaden (Germania) e della Cinémathèque Royale de Belgique (Cinematek) di Bruxelles, mentre il restauro digitale è stato eseguito dall’Immagine Ritrovata di Bologna. Il film sarà sonorizzato con la musica originale di Admir Shkurtaj e sarà eseguita dal vivo dal Mesimer Ensemble.
ECCO IL FILM DI PRE-APERTURA DELLA 75. MOSTRA DI VENEZIA
Diretto e interpretato da Paul Wegener, Il Golem è ambientato nella Praga del Sedicesimo Secolo e racconta la favola ebraica della mitica creatura d’argilla, portata alla vita dal rituale arcano di un rabbino. E’ il terzo film di Wagener sull’argomento: gli altri due lungometraggi sono del 1914 e del 1917. L’ambizione artistica lo spinse a presentare una terza opera, che gli diede il successo atteso. Parliamo di uno dei film più apprezzati del cinema di Weimer, che si affida alle scenografie di Hans Poelzig e alla fotografia straordinaria di Karl Freund. Un lungometraggio che ha influenzato anche il cinema americano del tempo e che si è affidato a trucchi tecnici, chimici e fisici rivoluzionari: Carl Boese, co-regista, è riuscito a rendere alla perfezione sullo schermo le apparizioni di fantasmi e gli scoppi del temporale, ma anche l’evocazione del demonio e l’animazione del Golem. Ricordiamo, inoltre, che gli effetti luministici derivano dal teatro di Max Reinhardt. Tornando alla musica originale, il maestro Admir Shkurtaj ha commentato alla Biennale: “La sonorizzazione del film di Wegener coinvolge il compositore per le molte metafore latenti o nascoste che egli si sente stimolato ad identificare e a sviluppare con il suo linguaggio. È così che come il saggio-mago Löw plasma con le sue mani dall’argilla lo strumento destinato a salvare la comunità di cui si sente responsabile, anche l’organico orchestrale stabilito per questo lavoro è stato chiamato a realizzare artigianalmente da sé gli strumenti finalizzati all’esecuzione”.