Il film “Rapita: storia di Hannah Anderson”, diretto da Peter Sullivan ripercorre la storia di Hannah Anderson, sedicenne americana, che nel 2013 in California è stata rapita da James Lee DiMaggio. L’uomo era considerato un amico della famiglia Anderson, che si sarebbe poi innamorato della ragazza. Dopo aver trovato nella casa della giovane i corpi senza vita della madre Christina e del fratello Ethan, l’Fbi ha scoperto il nascondiglio di Jim DiMaggio: durante il blitz per la liberazione della giovane l’uomo è stato ucciso. Hannah Anderson, come riporta il San Diego Union Tribune, non ha apprezzato il film sulla sua storia. Secondo la giovane donna, la vicenda è stata troppo romanzata soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra Hannah e il suo rapitore: in una scena del film, infatti, si vede la ragazza baciare Jim. Hannah Anderson ha aggiunto di non aver mai autorizzato un film sulla sua storia e che la pellicola contiene fatti fuorvianti.Ricordiamo che “Rapita: La storia di Hannah Anderson”, clicca qui per vedere una scena del film, andrà in onda in prima tv su Rete 4 partire dalle 21.15 ma sarà possibile vederlo anche in streaming grazie al portale di Mediaset, sui propri dispositivi mobile cliccando qui.
CURIOSITÀ SUL FILM
Il film Rapita: La Storia di Hannah Anderson si ispira a fatti realmente accaduti. Il film, pur essendo a basso budget, risulta tutto sommato gradevole, con diversi picchi di suspence nei momenti topici dello sviluppo della trama. La critica ha attribuito le carenze strutturali ai limiti di spesa della produzione, soprassedendo su diversi momenti di stallo che intervallano le scene chiave nel corso del film. I critici non hanno però apprezzato la scelta di far iniziare il film dalle scene finali: l’accusa è di aver rovinato e reso banale il finale di una pellicola che, se si fosse seguito l’ordine cronologico degli eventi, avrebbe lasciato stupefatti gli spettatori, data la piega imprevista che prendono gli eventi. È stata lodata invece molto l’abilità del regista di riuscire a creare momenti di intensa suspance. La mancanza di fondi non ha impedito a Sullivan di riuscire a conferire alle atmosfere nelle quali sono ambientate le vicende dei protagonisti quel tocco noir leggermente inquietante, che in alcuni particolari punti riesce addirittura a prendere il sopravvento sul plot principale.
ALLA REGIA PETER SULLIVAN
Cambiamo decisamente genere spostandoci su Rete 4. Sulla rete del Biscione che predilige le storie thriller e a tinte noir troviamo “Rapita: La Storia di Hannah Anderson”, un giallo ad alta tensione dal primo all’ultimo minuto diretto dal regista Peter Sullivan e con un cast composto da Jessica Amlee, Scott Patterson, Brian McNamara, Jay Pickett, Bailey Anne Borders, Susie Castillo, Trilby Glover, Gavin Collins.
RAPITA: LA STORIA DI HANNAH ANDERSON, LA TRAMA DEL FILM
Le vicende del film hanno inizio il 3 agosto del 2013, quando l’appena sedicenne Hannah Anderson sparisce di casa e viene rapita in un quartiere alla periferia di San Diego. Contemporaneamente vengono ritrovati senza vita i corpi della madre e del fratello. I due cadaveri sono stati rinvenuti nella casa dell’amico di famiglia James DiMaggio, in cui qualcuno ha appiccato un incendio. I sospetti ricadono fin da subito su James e le autorità di polizia ed Fbi scatenano una caccia all’uomo per fermare la sua folle corsa e liberare la ragazza rapita. I due sono in viaggio in auto, diretti fuori città, ma le forze dell’ordine e i federali riescono a rintracciarli dopo appena una settimana di latitanza. Ne nasce una colluttazione a fuoco, in cui a pagarne le conseguenze è proprio James DiMaggio. A questo punto, comincia a serpeggiare un terribile sospetto nelle menti dei federali e della polizia: Hannah è vittima della follia psicotica di DiMaggio oppure è complice dell’uomo?