Mimmo Lucano, sindaco di Riace divenuto famoso per l’accoglienza e l’integrazione, non vedrà in tv la fiction sulla sua vita. “Tutto il mondo è paese” è stato infatti cancellato dal palinsesto Rai perché il primo cittadino è finito al centro di un’inchiesta. Lucano è infatti indagato dalla procura di Locri per presunti illeciti commessi nella gestione dei progetti per l’inserimento degli immigrati. Roberto Sessa, il responsabile della casa di produzione della fiction a cui ha preso parte Beppe Fiorello, ha comunicato la decisione a Mimmo Lucano, che ha preferito non commentare. Proprio l’attore aveva definito il sindaco “un esempio da seguire” al termine delle riprese. La messa in onda della fiction era prevista su Raiuno a febbraio 2018, poi la decisione della Rai di cancellare la miniserie. Una scelta maturata dopo le polemiche, anche politiche: dopo il provvedimento della magistratura locrese molti esponenti politici nazionali avevano infatti chiesto il blocco della fiction. Ad esempio, il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, di Forza Italia, ha messo in dubbio “la realizzazione di una fiction celebrativa di questo sindaco”. Il problema, però, è anche un altro: “Questa politica filo immigrazione demagogica, che anche il servizio pubblico rischia di alimentare, può portare a gravi errori”. Pure il senatore leghista Jonny Crosio, componente della Commissione di Vigilanza della Rai, si è interrogato su cosa ne sarà della fiction.
MIMMO LUCANO, ESEMPIO DI ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE
Mimmo Lucano è stato ideatore di un modello di accoglienza e integrazione che ha fatto il giro del mondo, infatti nel 2006 è stato insignito dalla rivista Forune tra i 50 uomini più influenti al mondo. La fiction “Tutto il mondo è paese” popone la vita quotidiana di una comunità che si è aperta al mondo: nella città dei Bronzi i migranti sono ospitati nelle case lasciate vuote dalle famiglie del luogo. La solidarietà è un sentimento che unisce questa comunità multietnica. Mimmo Lucano è stato dunque l’artefice di questo modello, per il quale ha mandato a rotoli il suo matrimonio e il rapporto con i figli. Per alimentare la sua opera di solidarietà è infatti rimasto a Riace. Ora l’inchiesta che la procura di Locri ha affidato alla Guardia di Finanza potrebbe paralizzare l’attività di questo piccolo comune famoso non solo per la scoperta dei Bronzi, ma anche per la gestione del problema della convivenza di persone che hanno attraversato il mare per ritrovare in Italia la loro dignità.