Se qualcuno avesse avuto ancora dei dubbi, ieri sera è stato servito. La Germania – forse ancor più della Spagna vista finora – è la candidata numero uno alla vittoria a Euro 2012. Grecia friabile, a conferma della debolezza intrinseca del Gruppo A, che aveva proposto anche la Repubblica Ceca dominata ed eliminata dal Portogallo giovedì, ma corposa e spettacolare la prova offerta dalla squadra di Loew. Il ct si diverte anche a cambiare, nel reparto offensivo fuori Mueller, Podolski e il centravanti Gomez, capocannoniere del torneo. Dentro il sempiterno Klose insieme con Reus e Schurrle per un risultato che non cambia. Anzi, con la prova offensiva più convincente finora vista, per capacità di creare opportunità e di tramutarle in rete. Una considerazione: Reus e Schurrle sono rispettivamente del 1989 e del 1990, come la gran parte della panchina tedesca. E, tra i titolari, i vecchi non è che abbondino particolarmente. Uno come Schweinsteiger sembra anziano soltanto perché è lì da una vita: compirà 28 anni ad agosto mentre noi siamo qui ad aspettare la maturazione definitiva di gente che di anni ne avrà 30 a breve (Cassano, giusto per fare un nome). E’ questa la forza presente e futura della Germania, frutto di un lavoro cominciato in maniera capillare dopo il 1996. Da allora i tedeschi – abituati a vincere – hanno preso unicamente schiaffi. Visto che non gli piace, hanno creato un progetto (vero, non come quelli di cui si riempiono la bocca i dirigenti italiani) che oggi sta cominciando a dare frutti, promettendo di raccogliere presto il testimone dalla Spagna. Spagna che oggi trova la Francia nel suo quarto a Donetsk. Partita di polemiche. Sul fronte iberico perché l’assuefazione ai risultati ha creato una brutta forma di presunzione. Non tanto nella squadra ma in chi vi sta attorno: la critica più che i tifosi, ovviamente. Sul fronte francese, invece, si confermano abilissimi a farsi del male da soli anche quando le cose cominciano ad andare per il meglio, con la frattura generazionale all’interno dello spogliatoio che ha condotto alla figuraccia contro la Svezia e a un appuntamento con i campioni del mondo, lasciando la più abbordabile Italia all’Inghilterra. Per quanto proposto finora, non dovrebbero esserci dubbi su un verdetto a favore della squadra di Del Bosque. Ma, visto che cosa hanno mostrato i primi due quarti, basterebbe già una partita dall’esito meno scontato di quanto sia stato finora.