Una sofferenza infinita e, occorre ammetterlo, anche un godimento infinito. Stavolta i rigori non ci puniscono ai quarti di finale come quattro anni fa contro la Spagna. Ed è giusto così, perché l’Inghilterra è apparsa come la più povera tra le otto squadre approdate al turno a eliminazione diretta. Ha pensato unicamente a difendersi, con un 4-4-2 rigidissimo che non ammetteva variazioni sul tema. Che tristezza vedere un giocatore come Gerrard obbligato a fare il difensore aggiunto perché si è scelto deliberatamente di non giocare. Questa è stata la strada maestra imboccata da Roy Hodgson in questo Europeo. Una strada che avrebbe corso il rischio di pagare anche a nostro danno e, in tutta onestà, sarebbe parsa una punizione eccessiva per l’Italia. Questa soluzione si è palesata dopo l’errore di Montolivo, fortunatamente emendata dalla traversa di Young e dalla parata di Buffon (uno che non ama la soluzione dal dischetto) su Cole. Se si fosse concretizzata, gli azzurri avrebbero dovuto piangere unicamente sui propri errori: quelli commessi in fase di conclusione, situazioni in cui Balotelli e Cassano non sono mai apparsi convincenti rispetto alla prova contro l’Irlanda; quelli dovuti all’atteggiamento, quando la squadra avrebbe potuto spingere con maggiore convinzione contro un’avversaria apparsa in imbarazzo persino nei minimi fondamentali tecnici. Nulla da dire su tre dei quattro centrocampisti, perché Marchisio e De Rossi si sono mossi bene, creando in tandem anche un paio di nitide opportunità, e perché Pirlo (che Hodgson marcava a uomo in prima battuta con gli attaccanti, prima Welbeck poi Carroll) stavolta non ha azzeccato l’assist ma si è dedicato a un lavoro fondamentale di contenimento e ripartenza. Non ha invece convinto Montolivo, come prima aveva fatto Thiago Motta. Il ruolo dietro le due punte resta un dente dolente nell’assetto azzurro: l’italobrasiliano è troppo compassato e monotono, il neomilanista dà sempre l’impressione di essere in ritardo con gli appuntamenti che contano, mancando il guizzo che potrebbe fare la differenza. Un’alternativa diventa a questo punto Nocerino, con movimento continuo dei compagni.
Il rossonero ha avuto la possibilità di colpire alla prima palla utile pochi minuti dopo l’ingresso, come quest’anno ha ampiamente fatto nel suo club (bravo Johnson in chiusura). Potrebbe essere una carta da valutare nella semifinale di giovedì a Varsavia contro la terribile Germania. Ma a questo si penserà nelle prossime ore, ora è il momento della felicità per un traguardo che sembrava folle soltanto accarezzare dopo l’amichevole pre-Europeo contro la Russia.