Da un punto di vista giuridico, la decisione del Giudice Sportivo di sanzionare con tre giornate di squalifica Zlatan Ibrahimovic, appare ineccepibile. Lo svedese, essendo recidivo, è sceso in campo a Firenze già diffidato. Pertanto, con la prima ammonizione (giallo per gioco pericoloso su Berhami) è scattata l’automatica squalifica per la prossima gara. Per quanto attiene, invece, il rosso diretto per gli insulti al guardalinee Nicoletti, è stato correttamente applicato l’art. 19 comma 4 lett a) che prevede la sanzione minima di 2 giornate – salvo attenuanti o aggravanti – per condotta irriguardosa o ingiuriosa nei confronti degli ufficiali di gara. Complessivamente, quindi, la definitiva sanzione inflitta all’attaccante rossonero è di 3 giornate. Con molta probabilità il Milan presenterà appello (avanti la Corte di Giustizia Federale), cercando di ridurre la squalifica inferta al proprio giocatore. I punti si cui fondare la propria difesa possono essere essenzialmente due.
1) Dimostrare che la frase ingiuriosa pronunciata da Ibrahimovic non era rivolta al guardalinee (che avrebbe assegnato al rimessa laterale alla Fiorentina anzichè al Milan) ma a se stesso per “autorimproverarsi” dell’errore commesso in fase di gioco. In sostanza, si andrebbe a reinterpretare la condotta del giocatore che, se così fosse, non avrebbe alunchè di antisportivo o ingiurioso: il Codice di Giustizia sportiva, infatti, non punisce i comportamenti che, seppur volgari, hanno come destinatario il tesserato stesso o, ad esempio, un suo compagno (ricordate la lite Doni-Panucci dopo il gol segnato da Di Natale in Roma-Udinese del 2008?).
2) Attenuare la condotta del giocatore rossonero attraverso l’atteggiamento dimostrato nel dopo partita: presentazione in sala stampa per giustificarsi e chiarire che l’insulto non era rivolto al guardalinee e che, quindi, si era trattato di un equivoco. Difficile però che la Corte possa stravolgere totalmente la sentenza del Dott. Tosel e, quindi, potremmo assistere ancora una volta ad uno “sconticino” della pena, come è già accaduto nella precedente squalifica dopo gli episodi di Milan-Bari dove, in secondo grado, le giornate di squalifica comminate a Ibra vennero ridotte da tre a due complessive.